Risvegli (Awakenings)
di Penny Marshall con Robin Williams,
Robert De Niro, Julie Kavner, Penelope Ann Miller
- USA – 1990 – Durata
Il dottor Malcolm Sayer (Robin Williams), dopo aver lavorato per anni come ricercatore in un laboratorio, approda al Bainbridge Hospital, una struttura che ospita pazienti cronici affetti da svariate malattie e ridotti ad uno stato vegetativo. Tra quelle quattro mura il tempo sembra congelato ed il personale sanitario, pur assistendo amorevolmente i ricoverati, ha disertato ormai da anni l’ipotesi di un loro miglioramento. Sayer è convinto che questi pazienti siano ancora in grado di provare emozioni e, spulciando tra le cartelle cliniche, scopre che alcuni di loro negli Anni Venti erano stati colpiti da encefalite letargica. Dopo aver lottato contro l’indifferenza e lo scetticismo dei colleghi, sorretto da Leonor (Julie Kavner) una dolce e premurosa infermiera, Sayer somministra, in via sperimentale a Leonard Lowe (Robert De Niro) uno di quei pazienti L-Dopa, un farmaco utilizzato per la cura del Morbo di Parkinson. In breve tempo Leonard riprende a camminare, a parlare ed a esprimere le proprie emozioni, fino a fare amicizia con Paula (Penelope Ann Miller) la figlia di un altro ricoverato. Sull’onda dell’entusiasmo, Sayer somministra lo stesso farmaco agli altri pazienti che, magicamente, rifioriscono. Con il passare del tempo, Leonard è sempre più irritabile e nervoso e chiede con insistenza di poter lasciare la clinica. Ricevuti un paio di dinieghi, inizia a sobillare gli altri pazienti; la situazione sembra precipitare ma dopo un breve “risveglio” i pazienti scivolano nuovamente nell’apatia e nel torpore.
Marshall ambienta la vicenda
nel 1969 e traspone sullo schermo alcune storie cliniche tratte dal fortunato
volume di Oliver Sacks. La
regista non imprime energia e vitalità alla vicenda e come accade per i
poveri pazienti ricoverati, la pellicola si accende solo per una breve durata
per poi spegnersi lentamente man mano che scorrono i fotogrammi. Non mancano le
suggestioni visive e la scena del “risveglio” improvviso di tutti pazienti è da
antologia.
“Era come se fossi scomparso”,
“Qualcuno mi ha spiegato che sono stato per lungo tempo da qualche altra parte.
Sono tornato” sono questi
alcuni dei commenti dei pazienti che si riaffacciano nuovamente alla vita.
Nonostante il ritmo sia lento e la vicenda un po’ troppo liquorosa, ti rimane
dentro la tenera ed eroica figura del dottor
Sayer che, sin dal suo
ingesso al Bainbridge
Hospital si batte come un leone
per ridare una speranza a quei soggetti ritenuto ormai dei vegetali. Sullo
sfondo la madre oppressiva di Leonard, gelosa dell’amore che suo figlio nutre
per Paula. De Niro, con i suo tic e lo sguardo perso nel vuoto, carica
eccessivamente la sua interpretazione. Robin Williams è semplicemente
magico. Piccolo cammeo
per Max von Sydow nei
panni del dottor Ingham.