Partenopean pride

 

 

Ne “Le formiche e le cicale”, l’ultima raccolta di battute curate da Gino e Michele, viene riportata una gustosa affermazione di Luciano De Crescenzo: “L’ho detto a Bossi quanto è grande la differenza tra sudisti e nordisti. Quando i suoi antenati celtici erano ancora barbari aggrappati ai rami, i miei antenati erano già froci”. De Crescenzo, con arguzia e grande senso dell’humour, sottolinea così al pittoresco “senatùr” della Lega, l’importanza (storica e culturale) svolta nei millenni dalle civiltà che si affacciano sul Mediterraneo. Non dobbiamo, forse, ai Sumeri, agli Assiti Babilonesi, agli Egitti, ai Fenici l’invenzione dell’aritmetica, dell’astrologia, della medicina e di tutte le altre discipline del sapere? E come non ricordare che la Grecia ha dato i natali alla filosofia ed a tutto il pensiero umano?Solo un politico ottuso ed ignorante come Berlusconi, tempo fa, osò confutare tale dominio. Molti le ricorderanno. “Je suis napolitain” fu una scritta adesiva che fece il giro di mezzo mondo e che fu coniata (non a caso) quando il Napoli vinse il suo primo scudetto. Quell’affermazione, semplice ed elementare nella sua forma lessicale, andava letta su più piani. Dissacrante e gioiosa, non era solo la chiara citazione all’irresistibile risposta che Catherine Deneuve forniva in uno spot pubblicitario ma esprimeva il bisogno del popolo napoletano di poter  gridare (finalmente) ai quattro venti, l’appartenenza ad una città, troppe volte umiliata ed offesa. Come dimenticare i cori dei tifosi avversari che accoglievano i giocatori del Napoli, al grido di “Colera! Colera!”? Ai tempi del grande Diego Armando Maradona, grazie ad una squadra di calcio, la città ritrovò di colpo, la dignità “perduta” ed i tifosi riscoprirono “l’orgoglio” di essere napoletani. “Orgoglio”, etimologicamente rimanda al greco “orgilòs”, irascibile ma contiene anche una radice che rinvia “all’orgasmo” ed alla “concitazione”. Da un punto di vista psicoanalitico, l’orgoglio è un meccanismo di difesa, una formazione reattiva messa in atto da un soggetto, per non entrare in contatto con l’angoscia e la depressione.  “Orgoglio” termine prepotentemente “sdoganato”, negli ultimi anni, dalla “minoranza” omosessuale, non rimanda (solo) ed inevitabilmente a degli ingiusti e disarmonici rapporti di forza tra due fazioni ma segnala (anche) il bisogno di un soggetto o di un gruppo di reagire ai torti subiti. Dopo un anno da dimenticare ed una salvezza in Serie B conquistata sul campo, il Napoli è stato condannato a giocare in C1. Non è un caso che, dopo anni di furibonde lotte intestine, la galassia degli ultras (Mastifiss, Brigata Carolina, Teste Matte, Vecchi Lions, Sud, Bronx, Rione Sanità, Fossato Flegreo, Nuova Guardia) si sia raggruppata sotto un un’unica sigla: 1926, data di fondazione della vecchia e gloriosa Società Sportiva Calcio Napoli.  Al momento i gruppi degli ultras stanno alla finestra ma Carraro, Galliani, la Lega Calcio sono i loro nemici giurati. Nel mucchio sono stati inclusi (giustamente) anche Bassolino e Rosa Russo Iervolino, colpevoli di non essersi adoperati al massimo per salvare l’orgoglio di una città ferita. I tifosi li hanno difeso fin quanto hanno potuto e questo loro “benevolo” atteggiamento, era inconsciamente comprensibile. I tifosi (figli) speravano che i due amministratori (coppia genitoriale) si adoperassero per ribaltare il torto subito. A tutt’oggi Bassolino tace ed il sindaco non è riuscita a convincere i tifosi delle sue buone intenzioni. Ma il destino del Napoli si sa, è stato scritto al di là dei confini regionali. Ed allora c’è da chiedersi, perché mai i tifosi non hanno mai attaccato Giuliano Urbani, l’unico ministro competente che avrebbe potuto legiferare in merito e salvarci dalle secche della Serie C? E perché tutti hanno taciuto delle connivenze di Franco Carraro con la Lega? E che dire del silenzio omertoso degli uomini “che contano” in AN e nell’UDC? Il nostro augurio è quello che la neonata Napoli Soccer risalga ben presto nelle categorie superiori ma (soprattutto) che i tifosi napoletani, senza mai abbassare la guardia, conquistino lo scudetto della simpatia e del fair- play

 

Articolo pubblicato su La Voce della Campania- Numero 9 Ottobre 2004

 

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