Un povero ricco

di Pasquale Festa Campanile con Renato Pozzetto, Ornella Muti, Ugo Gregoretti – Italia – 1983 – Durata 92’

 

Eugenio (Renato Pozzetto) un ingegnere miliardario è divorato ogni notte da un incubo ricorrente: la sua azienda è fallita e, dopo essere finito sul lastrico, è costretto a suicidarsi. Sua moglie è sempre più esasperata dai suoi improvvisi risvegli notturni ed il suo psicoanalista (Ugo Gregoretti) non trova di meglio che suggerirgli di sperimentare la povertà. Eugenio lo prende in parola e dopo aver lavorato, in incognita come fattorino in una delle sue aziende, incontra Marta (Ornella Muti) una donna anche lei in bolletta che l’infiamma il cuore. Come ogni favola che si rispetti, per restare al fianco di Marta, Eugenio preferisce la povertà ad una cascata di soldi. 

Commedia romantica e pulita che regge solo grazie alla brillante interpretazione di Pozzetto. Il testo è fiacco e Pasquale Festa Campanile disperde dopo un paio di sequenze un’idea che poteva essere originale. Lo psicoanalista compare solo in una scena d’apertura e senza troppa immaginazione al suo nevrotico paziente gli dice: “E’ evidente che lei ha una paura terribile di diventare povero. La smetta di compiangersi e se proprio ha tanta paura della povertà cerchi di abituarsi all’idea. Magari si alleni a fare il povero. Almeno ci provi…Se è abituato alla povertà non ne avrà più tanto terrore. Se diventasse povero davvero non sentirebbe più l’impulso di suicidarsi. Ci sarà già preparato.”  Esilarante la scena d’apertura del film che illustra il suo sogno ricorrente: la fabbrica di Eugenio è fallita ed al suo passare gli impiegati sempre più inviperiti nei suoi confronti, gli lanciano addosso insulti di ogni genere. Giunto nella sua stanza Eugenio scavalca la finestra e prima di lanciarsi nel vuoto si accoltella prima al petto e successivamente si spara un colpo di pistola alla tempia.