Posti in piedi in paradiso
Per far fronte alle
difficoltà economiche, tre divorziati, ormai quasi in bolletta, decidono di
condividere un appartamento a Roma. Ulisse (Carlo Verdone), ex produttore
discografico ha un piccolo negozietto vintage di dischi in vinile;
Domenico (Marco
Giallini) è un agente immobiliare “piacione” che ha speso la vita tra donne e
carte da gioco e Fulvio (Pierfrancesco Favino) è un ex critico cinematografico
di grido, ormai declassato a scrivere articoletti di costume. Grazie ad una
crisi cardiaca che colpisce Domenico, irrompe nella loro vita
Gloria (Micaela Ramazzotti) una dottoressa dalla vita
affettiva estremamente ingarbugliata. Ma le sorprese non finiscono qui.
Abbandonati gli
esilaranti bozzettismi legati alla sua prima produzione, Verdone, raggiunta la
maturità artistica, dirige con mano ferma, commedie sempre più brillanti che,
con un pizzico di sorriso, provano a far riflettere sui guasti della società
contemporanea.
Con tono garbato, il
regista romano affonda gli artigli contro la nuova povertà che affligge i padri
divorziati e, senza impaginare un film moralistico tutto declinato al maschile,
prova a mettere alla berlina la rigidità di certi comportamenti adottati dalle
ex mogli ed a sottolineare l’importante ruolo dei figli. Il regista romano non
tradisce i suoi fan e dissemina, lungo la narrazione, alcuni dei suoi temi a lui
cari; la timidezza, la cialtroneria, le angosce ipocondriache, la paura della
morte. I dialoghi sono dosati alla perfezione, un mix di ottimismo è mescolato a
qualche amara e melanconica strizzata di cuore ed il cast, con una Micaela
Ramazzoti in grande spolvero, fa il resto.