Paolo il caldo

di Marco Vicario con Giancarlo Giannini, Gastone Moschin,Riccardo Cucciola, Ornella Muti- Italia – 1973 Durata 124’ – V.M 14

 

Il barone Paolo Castorini (Giancarlo Giannini) nel solco della tradizione familiare, sin da quando era adolescente, trascorre le giornate a collezionare conquiste femminili. Suo nonno (Lionel Stander) amoreggia da anni con la giovane serva (Ornella Muti) e lo zio Edmondo (Gastone Moschin) non disdegna le avventure galanti. L’unico che non ha sposato questa dissipata visione del mondo è Michele (Riccardo Cucciola) il papà di Paolo, un socialista ante-litteram, mite e taciturno. Dopo la sua morte Paolo si trasferisce da Catania a Roma, dove nei salotti della borghesia capitolina, rinsalda ancor più la fama di focoso amatore siciliano. Di tanto in tanto ritorna nella sua amata terra per assistere ai funerali dei suoi cari e sposa Caterina (Neda Arneric) la figlia della farmacista. Ma il suo matrimonio naufraga e dopo essere stato abbandonato dalla moglie, si rifugia, in lacrime, tra le braccia di una materna prostituta, consapevole del fallimento della propria vita.

Tratto dall’omonimo romanzo pubblicato postumo di Vitaliano Brancati, il film, ambientato a cavalo della seconda guerra mondiale è un decadente ritratto del protagonista, schiavo della sua insana passione per le donne. E se nelle prime battute del film Paolo sembra nutrirsi delle sue temerarie conquiste, con il passare degli anni, le stesse assumono le caratteristiche di un rituale ossessivo, vuoto e meccanico. Vicario sveste fin troppo le attrici che si alternano nella vicenda e si affida ad una descrizione fin troppo folkroristica e macchiettistica del maschio latino.