Gli orrori del liceo femminile (La residencia)
di Narciso Ibanez Serrador con Lilli
Palmer, John Moulder Brown Maribelle Martin, Cristina Galbò – Svezia – 1970 –
Durata
Mademoiselle Forneau (Lilli Palmer) la rigida istitutrice di un collegio femminile di Avignone ha segregato Louis (John Moulder Brown) suo figlio sedicenne in un’ala del castello per il timore che possa entrare in contatto con le fanciulle. Le giornate trascorrono regolarmente e le studentesse dipingono, scolpiscono, disegnano ed imparano a suonare e a danzare. Louis trascorre il tempo a spiare le giovani fanciulle ma non disdegna, in gran segreto, di intrecciare una relazione con Isabelle (Maribelle Martin) e con Terese (Cristina Galbò) la figlia di una prostituta. Un paio di ragazze scompaiono misteriosamente dal collegio e Mademoiselle Forneau inizia ad indagare. L’autore dei delitti è Louis che ammazzava le fanciulle e le mutilava per creare una donna che fosse simile alla madre. Incenerita dal dolore Mademoiselle Forneau è rinchiusa dal figlio in una stanza in compagnia del suo stesso simulacro.
Horror di scarsa fattura che
si riscatta nello splendido finale. Il regista impagina la classica vicenda che
si snoda tra le quattro mura del collegio e, senza mai scadere nell’erotico e
nel volgare, lo inonda di una serie di luoghi comuni; la vice istitutrice sadica
con tendenze lesbiche, Henry, un giardiniere tutto fare che si spupazza le
giovani fanciulle ed il castello con i soliti labirintici corridoi bui ed
oscuri. Nelle prime sequenze il regista ci mostra Mademoiselle Forneau che
abbraccia il suo adorato figlio e gli dice:
“Queste ragazze sono delle poco di buono. Tu hai bisogno di una donna come tua
madre che ti ama, che ti sta accanto e ti protegga ed un giorno, la troverai.”
Nel finale da brividi Louis mostra alla madre la creatura mostruosa che ha
formato con i pezzi dei cadaveri delle ragazze che ha ucciso e le dice:“Irene
aveva le mani uguali alle tue, piccole ma forti. Il vestito l’ho preso tempo fa
quando ho deciso di fare una ragazza uguale a te. Adesso ho tutto di te; i
capelli biondi come i tuoi e gli stessi occhi, quelli di Isabella erano molto
simili ai tuoi. Hai detto che avrei avuto una donna come te come quando eri
giovane e finalmente ce l’ho. Adesso devo insegnarla ad avere cura di me come
hai sempre fatto tu e ad amarmi come mi hai sempre amato.”