L’oro di Napoli
di Vittorio De Sica con Vittorio De Sica, Pierino Bilancione
–It
Film ad episodi. Ne
“I giocatori” il conte Prospero (Vittorio De Sica) giocatore incallito è
sempre senza il becco di un quattrino. Il conte ha la passione del gioco nel
sangue, pur di continuare a nutrire la propria passione per il gioco sfida a
scopa Gennarino (Pierino Bilancione) un ragazzino figlio del portiere, costretto
a sfidarlo a carte che lo sconfigge, inesorabilmente, ogni partita. Incapace di
accettare la realtà (Gennarino è più bravo di lui a giocare a carte) il conte
invoca dapprima la sfortuna e poi, per mostrare al suo sfidante di non temerlo,
diserta la realtà ed invece di mettere in palio oggetti concreti, fa riferimento
a dei poderi, a delle tenute e a delle proprietà di cui non dispone più dal
momento che è stato interdetto dalla moglie.
Dopo l’ennesima sconfitta il conte perde
il controllo e, gettate in aria le carte da gioco, si allontana dalla stanza,
furioso ed arrabbiato, inseguito dal portiere che, con le buone, prova a
calmarlo.
L’episodio, delizioso e divertente,
ridicolizza, in maniera ironica, l’ossessione del gioco e sopratutto
l’inestinguibile e compulsiva sete di rivincita che assale chi è posseduto dal
demone dell’azzardo.
La prima partita è d’appannaggio di
Gennarino che straccia nove a zero il conte che, stizzito, gli chiede la
rivincita e gli dice: “Mi gioco l’intero
palazzo, dalle cantine al tetto. “
Il conte continua a perdere e nel prosieguo del gioco finisce per
aumentare ancora più la posta in palio:
“Aggiungo al palazzo la mia tenuta
di Sparanise con il frutteto, vigneto, bosco e tutto.“
Dopo l’ennesima sconfitta si rivolge a
Gennarino e gli dice: “Al palazzo ed alla
tenuta aggiungo anche la giacca”.
Con arguzia il regista non solo
sottolinea la sproporzione delle puntate del conte rispetto al contesto ma
lascia intendere che Gennarino ha ben intuito il valore funzionale della posta
in gioco e che, con aria rassegnata, continua a giocare a carte con lui solo per
non deludere il padre.
Stralcio da “Vero come una finzione” Springer Editore – 2010 di Matteo Balestrieri, Stefano Caracciolo, Riccardo Dalle Luche, Paolo Iazzetta, Ignazio Senatore