Novo

di Jean Pierre Limosin con Eduardo Noriega, Anna Mouglalis, Nathalie Richard, Paz Vega, Leny Bueno – Francia – 2002- Durata 98’ – V.M 14

 

Graham (Eduardo Noriega) è affetto da un deficit della memoria e dopo qualche minuto dimentica tutto quello che ha appena fatto e vissuto; non solo non riconosce più Isabelle (Paz Vega) la giovane e bella moglie, il figlio Antoine (Leny Bueno) e gli amici ma, completamente immerso nel presente, non ha alcuna traccia del passato. Graham lavora come addetto alle fotocopie in una galleria d’arte di Parigi e non disdegna le attenzioni erotiche di Sabine (Nathalie Richard) la sua capoufficio e di Irene (Anna Mouglalis) una collega di lavoro.

Con l’aiuto di Fred e di qualche altro amico, la moglie prova, invano, a trovare qualche breccia nella sua memoria.

Il regista impagina un erotico soft patinato che sembra voler essere una flebile risposta europea a Memento di Cristopher Nolan. Ma Limosin pregiudica una vicenda che avrebbe meritato un ben altro sviluppo e non regala al protagonista un grumo di nostalgia per il passato perduto, né in flashback qualche sequenza che ci riveli il suo passato, le sue emozioni e la sua identità. Per tutto il film Graham si muove sullo schermo come un’ombra, incapace di registrare emozioni e di provare fremiti ed affetti perché dopo qualche minuto la sua mente cancella tutto quanto ha appena vissuto. L’unico gesto tenero che il regista gli concede è qualche appunto che annota su un taccuino nella speranza che in possa servirgli come traccia per il futuro. Per Graham, nel giro di qualche minuto, tutto appare come nuovo ma Limosin non è Wenders ed il suo elogio per una verginità dello sguardo del protagonista è poco credibile. L’unica nota insolita e trasgressiva del film è nell’aver ideato due personaggi come Sabine ed Irene che, facendo leva sulle difficoltà di memoria del giovane ed affascinate protagonista, lo usano come mero oggetto sessuale. Da segnalare l’ottima fotografia di Julien Hirsch.

 

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