Non avere paura della zia Marta

di Mario Bianchi con Gabriele Tinti, Adriana Russo, Jessica Moore - Italia – 1989 – Durata 126

 

Fabio (Gabriele Tinti) non vede zia Marta da trent’anni ed accetta il suo invito a trascorrere il fine settimana nella sua villa di campagna con la moglie Dora (Adriana Russo) la figlia Giorgia (Jessica Morre) ed i due figli Charles e Maurice. Mentre è in auto, per evitare di essere investito da un’altra vettura, Fabio è costretto ad una brusca manovra. Giunti alla villa il custode li informa che zia Marta li raggiungerà l’indomani ed il giorno seguente comunica loro che è rimasta vittima di un altro contrattempo. Insospettita, Dora spinge il marito ad indagare e Fabio, gironzolando nei dintorni, scopre che la villa è da anni abbandonata. Lungo la via del ritorno Fabio è colpito da alcune tombe sulle cui lapidi sono incisi i nomi della moglie e dei figli. Ritorna precipitosamente in villa e scopre che la sua famiglia è stata sterminata per mano del custode che ha voluto così vendicare la memoria di zia Marta; la madre di Richard, infatti, per appropriarsi del patrimonio della sorella, aveva fatto ricoverare zia Marta in manicomio e negli anni successivi Richard, aveva continuato a dilapidare i beni della zia, lasciandola marcire per trent’anni in quel luogo.

Horror deludente e di scarsa fattura, venato da scene splatter e sanguinolenti. Bianchi lascia credere di voler impaginare la classica pellicola sulle “case maledette” ma poi confeziona un horror, condito dai soliti effetti di genere con una musica sinistra in sottofondo. La vicenda langue ed assistiamo, in maniera prevedibile e scontata, all’uccisione di Georgia, sgozzata con sinistra ferocia mentre fa la doccia, a quella (fuori campo) dei due fratelli ed, infine, a quella di Dora, decapitata.

Grazie a due flashback Bianchi ci mostra Zia Marta, una donna, con la mente visibilmente in disordine, presa con la forza da due infermieri che la ricoverano in manicomio, le fasciano la testa con una garza e la legano al letto con delle cinghie di contenzione. Un dottore, si avvicina al piccolo Richard ed alla madre e comunica loro che la paziente difficilmente si riprenderà. Successivamente, ammantato di una carica di inquietante mistero, il regista ci mostra la madre del piccolo Richard che, dopo avergli confidato un inconfessabile segreto, si suicida, gettandosi dalla finestra.

Il regista prova un ultimo colpo di coda e, sul finale, rimescola nuovamente le carte rimandandoci alla sequenza d’apertura del film; l’auto su cui viaggiava Fabio e la sua famiglia era stata travolta da un’autovettura ed a seguito all’impatto Nora ed i figli erano morti sul colpo. Fabio, ormai, in fin di vita, aveva allucinato l’intera vicenda. Presentato da Lucio Fulci.

 

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