La necrofila - Amami mortalmente (Love my deadly)

di Jacques la Carte con Mary Wilcox, Lyle Waggoner, Timothy Scott - USA – 1972 - Durata 95’ - V. M 18

 

Lindsay Finch (Mary Wilcox) ama spulciare i necrologi e, dopo aver assistito alla messa funebre, si diletta, in gran segreto, a baciare e ad amoreggiare con il defunto di turno. Lindsay continua a coltivare la sua macabra passione ed accetta di sposare Alex Martin (Lyle Waggoner) un uomo paziente e disponibile che non le fa pesare la sua frigidità. Intanto Fred Mcsweeney (Timothy Scott) impresario di pompe funebri si diletta ad adescare ragazzi ed a squartarli nel retrobottega della sua agenzia. Notata l’insana passione di Lindsay, Fred l’invita a partecipare ad un rito cannibalico che prevede, come cerimonia d’apertura, l’accoppiamento con un cadavere. Alex segue la moglie, la scopre mentre lei sta facendo l’amore con il defunto ma è accoltellato mortalmente da Fred; solo allora Lindsay riesce a fare l’amore con lui.

Film senza pretese che mostra degli evidenti limiti di sceneggiatura; i dialoghi sono poco curati ed i numerosi tempi morti sono riempiti da una pessima musichetta in sottofondo. Il regista inframmezza la narrazione con diversi flashback (virati seppia) che ci mostrano Lindsay che abbraccia il padre e sorridente e felice gioca con i pelouche che lui le ha regalato.  Sul finale il regista svela che Lindsay, quando era bambina, aveva premuto, incidentalmente, il grilletto di un fucile causando la morte del suo adorato genitore; da allora, rosa dai sensi di colpa, aveva continuato ad allucinare la sua presenza ed ogni anno, nell’anniversario del compleanno del papà, si recava al cimitero vestita da bambina e, con voce infantile, intonava una dolce filastrocca che ripeteva, meccanicamente, come una cantilena: “Quando è bello il mio papà, quanto è bello il mio papà”.  Il regista non disdegna delle incursioni nell’horror e con dovizia di particolari, ci mostra Fred che sevizia, tagliuzza e squarta le povere vittime. Ma la figura di questo perverso impresario di pompe funebri resta slegata dalla storia e sembra più un modo per arricchire una trama di per sé già esile ed asfittica.  Da un romanzo di Roger Wall e Robert Cleere.

 

 

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