Monte Carlo

 

Perché dalla notte dei tempi le fiabe resistono nella memoria degli uomini? Perché sono delle straordinarie macchine narrative che si dipanano, il più delle volte, a partire da un peggioramento che coinvolge la protagonista, che deve battersi per superare una situazione a lei sfavorevole e, ribaltata la propria infelice condizione, ottenere, nell’happy end, la meritata ricompensa.

Monte Carlo, una (stupida ed incolore) favoletta, prova a ribaltare questa classica e collaudata struttura narrativa e parte da un miglioramento che modifica la vita della protagonista.

Grace (Selena Gomez), giovane studentessa del Texas, appena diplomata realizza il sogno della sua vita e vola a Parigi con Emma l’amica del cuore e con Meg l’odiosa sorellastra. Nella capitale francese scopre di essere la sosia di Cordelia, una ricca ereditiera e si gode, insieme alle irrequiete e battagliere accompagnatrici, i privilegi che da tale condizione ne deriva. Come prevedibile, verrà smascherata ma, nello scialbo finale, conquisterà il cuore di un giovane e ricco principino.

Una pellicola banale e scontata ambientata nella prima parte a Parigi (con l’immancabile Torre Eiffel che sbuca da ogni inquadratura) ed a Monte Carlo nella seconda.

I dialoghi languano, Grace/Cordelia sembra un pesce fuor d’acqua e Emma e Meg si beccano per tutto il film, lanciandosi frecciatine acide, isteriche ed infantili.

Gli unici palpiti che regala il film sono una brevissima scena che s’intravede dallo schermo di una TV che mostra Grace Kelly e Cary Grant, protagonisti del celeberrimo Caccia al ladro di Alfred Hitchcock.

 

Recensione pubblicata su Segno Cinema – N. 177 - 2012

 

 

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