La moglie vergine

di Marino Girolami  con Edwige Fenech, Renzo Montagnani, Carrol Baker, Ray Lovelock – Italia – 1975 – Durata 99’ – V.M 14

 

Valentina (Edwige Fenech) e Giovannino (Ray Lovelock) freschi sposi rientrano a casa dopo il viaggio di nozze. I due si amano e tutto sembra filare liscio ad eccezione della loro intesa sessuale. Giovannino è infatti impotente e ogni qual volta prova a far l’amore con la bella mogliettina si blocca. Le sue defaillance sessuali divengono ben presto di dominio pubblico ed, invano, lo zio Federico (Renzo Montagnani) per sbloccarlo prova a proporgli cameriere disponibili, grappa a gogò, marzapane ed altri infallibili rimedi afrodisiaci E quando la situazione sembra irrimediabilmente senza via d’uscita Lucia (Carrol Baker) la madre di Valentina, dopo aver intuito che il fantasma materno aleggia su di lui, riesce a sbloccarlo, concedendosi a lui.

Commedia di basso profilo che ha come tema il maschio italico corroso dal complesso edipico. La pellicola è infarcita dai dialoghi trash e con doppi sensi, da qualche nudo femminile e ruota sulla prevedibile contrapposizione tra il protagonista impotente ed un contesto dove le persone che lo circondano sembrano tutti erotomani, invasi da una malsana ossessione per il sesso. In questa scollacciata commedia all’italiana il regista evita però la solita carrellata con generosi nudi di attricette e tiene così a bada guardoni e feticisti.

 

 

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