Intervista a Giovanna Mezzogiorno

 

Dopo il successo de "L'ultimo bacio" è stato facile per te lavorare con Ferzan Ozpetek?

"All'inizio la difficoltà enorme è stata quella di dare quelle "sfumature" al mio personaggio che mi chiedeva Ferzan...Non la recitazione a buttare fuori ma a portarti dentro le cose. Così hai meno appigli, sei nuda...Ferzan ha imposto a tutti noi di rinunciare a qualsiasi tipo di certezza, di sicurezze.. Ho lavorato, quindi, nella direzione di sottrarre, di togliere... per poter permettermi di essere senza orpello...Sono contenta perché Ferzan mi ha fornito una grande occasione."

 

La presenza di un attore mito come Massimo Girotti ti ha "condizionata" in qualche modo?

 

"Massimo non creava nessun tipo di tensione. Non voleva "insegnarmi" nulla...Anzi  capita spesso che i grandi attori che sono stati messi da parte sono rancorosi...Per Massimo era l'ultima occasione per recitare sullo schermo e lui non pensava neanche che avrebbe avuto ancora la possibilità di recitare...Massimo per me è stato un aiuto enorme, un energia costante, una grazia enorme."

 

Ad una prima lettura del film, si potrebbe pensare che ti innamori del tuo bel vicino (Raul Bova n.d.r)... Solo sul finale del film comprendiamo che l'unica persona di cui ti innamori veramente è Massimo Girotti...Credo che Ozpetek con questa scelta abbia voluto legare affettivamente gli unici adulti presenti sullo schermo?

 

" E' assolutamente così..."

 

Nel film Eminè, la sua amica turca, è quella che la spinge a vivere la vita senza freni, fino a suggerirle di tradire suo marito... In realtà credo che il regista l'abbia utilizzata come suo "doppio", dando voce a quello che sono i suoi pensieri e le sue emozioni...

 

"Eminé aveva proprio questa funzione..."

 

Nel film la protagonista sogna di aprire una pasticceria...E' stata un'idea che hai suggerito tu ad Ozpetek?

"In realtà Ferzan ha pensato alla pasticceria perché conosceva un suo amico il cui sogno era veramente quello di aprire una pasticceria... "

 

Puoi raccontarmi cosa ti ha colpito nel film?

 

"La "fedele" ricostruzione che Ozpetek fa della società attuale. La fascia medio bassa della popolazione sta aumentando e la maggioranza della popolazione non ce la fa a campare... Non può più spendere i soldi per comprare un CD o andare al cinema."

 

Una curiosità sul film...

 

"Nel film uso il telefonino, nella mia vita privata io non lo uso affatto perché non l'ho mai posseduto. Mi piace, magari, fare un viaggio in treno e non avere più contatti con gli altri...In aeroporto mi diverto a vedere  le persone che sono tutte intente a parlare al telefonino, senza guardarci neanche in faccia."

 

 

Napoli  01.3.2003

L'intervista completa é pubblicata su "Il cineforum del dottor Freud" di Ignazio Senatore - Centro Scientifico Editore. 

 

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