Maurice

di James Ivory con James Wilby, Hugh Grant, Rupert Graves, Ben Kingsley - GB – 1987 - Durata 140’ – V.M 14

 

Il giovane Clive Durham (Hugh Grant) studente del college di Cambridge confessa all’amico Maurice Hall (James Wilby)  l’attrazione che prova per lui. Maurice dapprima reagisce sdegnato poi accetta di condividere con lui un amore platonico. Lord Risley, un loro amico del college, adesca un uomo, è arrestato e condannato a sei mesi di carcere. Terrorizzato dall’idea di essere coinvolto in uno scandalo, Clive tronca la relazione con Maurice e si sposa. Maurice cade in depressione, non frequenta più il college e dopo essere diventato un agente di Borsa della City si rivolge al dottor Lasker-Jones (Ben Kinglsley) per curare la propria omosessualità. Ma il trattamento ipnotico non ha gli effetti sperati e Maurice, sfidando le leggi del tempo, s’innamora di Alec Scudder (Rupert Graves) un giovane guardiacaccia con il quale, noncurante dei possibili scandali futuri, allaccia una bollente relazione.

Ivory ambienta la vicenda agli inizi del Novecento, periodo nel quale la legge britannica considerava l’omosessualità un crimine, e si limita a proporre una confezione d’alta classe, laccata e patinata, a cui manca impeto e passione. Il film è ovattato da colori pastello ed è un continuo susseguirsi degli sguardi languidi e dei teneri abbracci tra Clive e Maurice. Troppo scolastica la contrapposizione tra Maurice che vive fino in fondo  la propria omosessualità e Clive che la rimuove. Le uniche scene che rompono la sdolcinata tessitura narrativa sono quelle che mostrano le sedute di ipnosi alle quali si sottopone Maurice durante le quali il dottor Laser-Jones gli chiede di osservare una parete bianca e di visualizzare una figura femminile. Dal romanzo di E.M. Forster, pubblicato postumo nel 1971. Leone d'argento al Festival di Venezia ex aequo con Lunga vita alla signora di Ermanno Olmi. Migliori attori a James Wilby e Hugh Grant.

 

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