Intervista ad Ernesto Mahieux

 

Occhi vispi, sorriso ironico, sg"uardo tagliente. Ernesto Mahieux ha un viso che non si dimentica facilmente. Ha recitato in Questa sera, Amleto con Pupella Maggio e lavorato quindici anni con Tato Russo.Al cinema ha interpretato Guapparia, Maccheroni di Scola, Aitanic di Nino D’Angelo fino al più recente Pater familias. Ma la sua fama è coincisa con L’imbalasmatore, pellicola di culto diretta da quel regista geniale che risponde al nome di Matteo Garrone.

Come tanti attori napoletani della tua generazione, prima di raggiungere il successo ha fatto la gavetta ed ha iniziato dalla sceneggiata.

 

"Ho iniziato al mitico Teatro 2000 con Nino D’Angelo in Esposito Teresa ed in A’ partoriente. Al di là della validità della storia la sceneggiata era uno spettacolo completo e c’erano dei ruoli standard. Accanto al classico triangolo “isso, essa e o malamente” comparivano una coppia di comici che alleggerivano la narrazione ed io avevo il compito di far ridere."

 

Ricorda qualche aneddoto di quei tempi?

 

"A fine spettacolo, il cantante principale faceva un piccolo recital con le sue canzoni di successo. La cosa incredibile era che Nino era piccolo e mingherlino e le sue fan impazzivano per lui e gli lanciavano degli slip sul palcoscenico..

Qualche anno dopo entrò a far parte della compagnia di Mario Merola e Rosalia Maggio

Con loro debuttai in Chiamate Napoli 081. Mario era immenso e ricordo sempre la sua grandissima umanità. Con la sua compagnia, a volte, si andava in certi teatrini sperduti dove il pubblico scarseggiava. Un’occhiata e tagliavamo alcune scene e facevamo durare lo spettacolo mezz’ora in meno. Altre volte il pubblico fremeva così tanto che eravamo costretti ad accelerare i ritmi per permettere di ascoltare la sospirata canzone che aveva ispirato la sceneggiata. Ma se il pubblico rispondeva andavamo a braccio, improvvisavamo, e potevamo stare in scena anche un’ora in più. "

 

Le sceneggiate facevano il verso ai melodrammi in stile Matarazzo. Qual’era secondo lei il segreto del loro successo?

 

"L’italiano ama piangere e le sceneggiate piacevano perché toccavano dei temi universali e fornivano delle lezioni di vita. Per stare al passo con i tempi, i contenuti sono poi cambiati e sono scivolati sui fatti di cronaca e non hanno più riscosso l’interesse del pubblico. Ai giorni d’oggi non è più di moda ma in televisione le fiction hanno la stessa struttura delle nostre sceneggiate."

 

"Quale è stata la sua prima interpretazione al cinema ?

 

"Fu Giuramento, un film che recitai nel 1982 al fianco di Mario Merola, Nino D’Angelo, Regina Bianchi ed Enzo Cannavale. Ancora oggi la gente mi riconosce per una scena. Per la mia bravura al gioco delle carte ero soprannominato “o re da scopa” ed  in una partita feci perdere a Merola i soldi che gli servivano per comprare il biglietto per ritornare in Italia. "

 

Poi fu la volta di Ternosecco con Giancarlo Giannini

 

"Al tempo recitavo al Diana con Pupella Maggio e raggiungevo Roma in auto e rientravo di corsa a Napoli per stare in teatro alle quattro. Un giorno eravamo sul set ed io dovevo scappare. Giannini si arrabbiò talmente con me che in fase di montaggio tagliò quasi tutta la mia parte. Anni dopo ci ritrovammo seduti accanto il giorno della premiazione del David ed entrambi eravamo in lizza nella categoria “migliore attore protagonista”. Con molto affetto si girò verso di me e mi disse: “Dai che quest’anno lo vinci tu”. Ed ebbe ragione."

 

L’impareggiabile e splendido L’imbalsamatore di Garrone è stato il  punto di svolta della sua carriera. Il film è piaciuto tanto a Nanni Moretti che l’ha tenuto in programmazione nel suo cinema di Roma per un mese intero.

 

"Confesso che all’inizio ero un po’ titubante perché la storia era molto forte ma poi pensai che per me era una sfida. Da allora ho recitato in trenta film. "

 

Ad ottobre interpreterà Gomorra al Mercadante. Quali sono le sue ultime interpretazioni ?

 

In Chiamami Salomè di Claudio Sestrieri sono Erode ma la vicenda è ambientata ai giorni nostri ed io interpreto un boss della camorra. Nell’ultimo film di Bentivoglio Lascia perdere Johnny sono un impresario musicale.

 

Articolo pubblicato su "Il Napoli - Epolis"- 05 - 7 -2007

 

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