Introduzione

Mi sono sempre definito un lettore obliquo e nei confronti del testo che mi appresto a leggere, ho sempre esercitato il diritto di saltare a piè pari l’introduzione, riservandomi di leggerla poi, se il volume mi avesse stregato, intrigato, interessato. Dietro questa scelta c’è il diritto a preservare una sorta di verginità dello sguardo, un modo per evitare che l’Autore possa, nell’introduzione, svelarmi i sentieri che batterà, indicarmi le tappe, gli spostamenti, i lidi che lambirà. Coerente a quest’innata idiosincrasia, ogni qual volta mi trovo a scrivere un volume, con febbrile impazienza, mi auguro che l’Editore mi sollevi da questo incarico. In quest’occasione, superate le mie ataviche diffidenze, ho compreso che l’introduzione è, forse, solo una modalità per dare il benvenuto al lettore e per augurargli un viaggio confortevole ma anche ricco di insidie, curiosità, sorprese ed imprevisti.  “Cinema, mente e corpo” segue idealmente il percorso intrapreso nei precedenti volumi.  Se nel 1998 ne “L’analista in celluloide”, avevo proposto una rilettura dei codici seriali e stereotipati della rappresentazione dello psichiatra e dello psicoanalista sullo schermo, in “Curare con il cinema” (2002) un accorato omaggio alla Settima Arte, ne “Il cineforum del dottor Freud” (2004) una rivisitazione dei rapporti tra psiche ed il cinema classico americano ed in “Psycho cult” (2006) un’originale riscoperta dei B-movie italiani e stranieri degli Anni Sessanta e Settanta, in questo libro analizzo i film che lambiscono i territori cari alla psicopatologia. Il volume, diviso in due sezioni, strizza l’occhio al Diagnostic and Statistical Manual of Menthal Disorders (DSM) e propone più di 500 di pellicole legate alle diverse patologie mentali; dall’alcolismo, ai deliri di gelosia, dai disturbi di personalità alle perversioni sessuali, dalla depressione alla follia. Nella seconda parte analizzo quei film che ruotano intorno alle tematiche legate al corpo ed alle malattie; dal cancro, all’AIDS, dalla demenza all’amnesia. Le pellicole esaminate spaziano dal cinema muto a quelle dei giorni nostri, attraversano diverse cinematografie e sono state scelte non solo in base alla loro innegabile potenza visiva ma anche per la loro perfetta aderenza alle patologie prese in esame.

 

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