Stefano Socci

 

"Il tuo libro suscita molte curiosità...Sfogliando le pagine mi sembra che procedi per blocchi, per andare a scoprire cosa c'é nell'altro blocco..E questo sistema di narrazioni per blocchi mi ha fatto pensare ad un'idea di montaggio...E' un montaggio di una serie di situazioni e di temi che tu hai realizzato attraverso l'esperienza della voce "fuori campo"...ma in campo non ci sono immagini ma ci sono parole, dialoghi...Un libro realizzato come un film ma nei momenti in cui ci dovrebbero essere le immagini troviamo delle parole e le parole si sostituiscono alle immagini. Potrei dire che il progetto del libro è abbastanza ambizioso...Le parole, pur essendo abbastanza "forti" e i dialoghi sono ben scelti...Io sono andato avanti perché i dialoghi mi sembravano così interessanti e così ben collocati e ben montati...C'è una curiosità che ti guida nella lettura...C'è una connessione, si vede...La cosa che suscita curiosità è anche questa: come riuscire a organizzar e un materiale così diverso, così sfuggente e frammentato (frammenti di dialoghi cuciti insieme...) é tutto questo è molto impegnativo...Quello che mi sembra è che ci sia una trama che si compone attraverso una forma narrativa...La tua forma narrativa è "calda", in prima persona ( prendi appunti e ti ricordi dei film....) ma elenchi, a mio avviso, in modo molto "freddo" una serie di situazioni che appartengono a film diversi...Cioè c'è uno scarto tra la tua testimonianza "calda" e diretta e il materiale "freddo" che viene accostato...Quello che volevo sottolineare è che il fatto di ritrovarlo "cristallizzato", "raffreddato" questo materiale cinematografico crea curiosità...E una forma di provocazione...Sinceramente, non credo che il cinema possa "curare" lo spettatore ma può aiutarlo a vivere. Il titolo del tuo libro mi ricorda, inoltre, un titolo di un libro di critica cinematografica, molto in voga negli Anni Sessanta che era "Vivere con il cinema", cioè il tentativo di dimostrare che il ricordo, il frammento possa stimolare nel lettore una riflessione e questo mi sembra il grande merito del tuo libro...Quando siamo nella sala siamo presi, coinvolti nell'abbraccio delle immagini...In questo modo, invece, negando le immagini e facendo prevalere le parole sulle immagini, costringi lo spettatore ad una riflessione su quello che vede o che ha visto...La scelta dei film che hai fatto è molto personale...Ci sono i film di tutti i generi, ci sono i film d'Autore, c'è il grande cinema commerciale...Il  percorso e il panorama è abbastanza ampio...Quello che mi è piaciuto è il lavoro di ricerca che c'è dietro...." " (Il Castoro- 1996)"Miti ed eroi del cinema" (Le Lettere - 2001)

Firenze 3 giugno 2002

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