L'impostore (Deceiver)

di Jonas Pate, Joshua Pate con Tim Roth, Chris Penn, Michael Rooker, Renée Zellweger, Rosanna Arquette, Michael Parks - USA – 1997 – Durata 102’

 

Elisabeth Loftus (Renée Zellweger) giovane prostituta è barbaramente uccisa ed il suo corpo, fatto a pezzi, ritrovato in due valigie diverse ed in due parti opposte della città. I sospetti cadono su James Walter Wayland (Tim Roth) ricchissimo rampollo di una famiglia bene della città, affetto da epilessia temporale e forte bevitore d’assenzio. Philip Braxton (Chris Penn) Ken Kenneson (Michael Rooker) due poliziotti locali provano a metterlo alle strette nella speranza che confessi il crimine. Wayland, bugiardo patologico, cade spesso in contraddizione ma, essendo un uomo colto, dotato di grande capacità di analisi e di osservazione, inizia a scavare sempre più nella mente dei due frustrati e malsani poliziotti. Ben presto i ruoli si ribaltano e sul banco degli accusati finisce prima Philiph, un omaccione ingenuo e sprovveduto, che, dopo aver ha puntato una grossa somma su una corsa truccata, è pieno di debiti fino al collo e poi Ken, un uomo che, dopo il tradimento di sua moglie (Rosanna Arquette) ha iniziato a dare i numeri ed a frequentare prostitute. Il finale è tragico, amaro e spiazzante.

I gemelli Pate ambientano questo giallo psicologico (quasi) completamente nella piccola stanza del distretto di polizia e dirigono un film che deve la propria forza a dei dialoghi perfettamente calibrati.  Il ritmo è teso ed incalzante e, man mano che la narrazione procede, la vicenda assume dei risvolti sempre più malsani ed inquietanti. La realtà e la fantasia si sovrappongono e si confondono e Wayland, dopo essere stato sottoposto alla macchina della verità, inizia a minare le certezze dei due poliziotti: “La macchina regista la velocità del respiro, quanto suda ed il suo battito cardiaco. Che c’entra tutto questo con la verità?”. Dopo averli mandati in crisi, riesce, sul finale, a smascherare il sanguinario assassino. Sulla scena compare anche il dottor Banyard (Michael Parks) a cui i due poliziotti si rivolgono per avere dei lumi sull’epilessia temporale. Lo psichiatra, dopo aver ricordato che l’assenzio è un liquore fortemente epilettogenico, accenna  alla stranezza dei comportamenti di chi è colpito da quella insidiosa malattia e, citando Vincent Van Gogh, affetto anch’egli da epilessia temporale e forte bevitore di assenzio, ricorda che durante una crisi, il pittore si tagliò l’orecchio e lo regalò poi ad una prostituta che neanche conosceva.

 

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