Gli orrori di Guantamano

 

Da alcune settimane la stampa ed Internet sono invase dalle agghiaccianti ricostruzioni di quello che accade nell’inferno di Guantanamo, la prigione-lager americana dove sono imprigionati dei presunti terroristi.  Il raccapricciante dato che è emerso è che alcuni psichiatri e psicologi americani, totalmente asserviti al potere, hanno fornito in questi anni alle autorità militari le loro competenze professionali. Non solo un loro test è particolarmente sotto accusa il BSCTs (Behavioural Scienze Consultation Teams) ma si ha la certezza che, in barba ad ogni principio etico, morale e deontologico, abbiano sottoposto i prigionieri a dei trattamenti particolarmente umilianti  e fatto ricorso ripetutamente a delle efferate torture fisiche e psicologiche. E non è tutto. Lo staff sanitario ha messo a punto dei protocolli farmacologici che prevedono per i detenuti l’assunzione di psicofarmaci ad alti dosaggi allo scopo di alterare irrimediabilmente il loro l’equilibrio mentale e di scatenare crisi dissociative, stati di agitazione psicomotorie, inversione dei ritmi sono- veglia, accelerazioni ideo-verbali, stati allucinatori e crisi di depersonalizzaxione. Da anni Guantanamo è nel mirino dell’opinione pubblica mondiale ed in più occasioni gli osservatori dell’ONU hanno denunciato le gravi violazioni dei diritti umani che si perpetuano in quella prigione. Ma gli americani, come al solito, fanno orecchie da mercante ed in più occasioni hanno lasciato intendere, che, in nome alla lotta al terrorismo, tutto è lecito e consentito. Ma la misura è colma al punto che queste palesi violazioni dei diritti umani hanno suscitato la reazione di sdegno della prudente e conservatrice comunità scientifica americana. Sia l’Associazione Medici Americani che quella degli Psichiatri Americani hanno, infatti, denunciato pubblicamente il comportamento dei medici e degli psichiatri di Guantanamo.  C’è chi, come il professor Steven H. Miles,  ha dato alle stampe “Il giuramento tradito”, una dettagliata ricostruzione degli orrori della prigione –lager cubana. Il volume è un durissimo atto d’accusa contro chi ha tradito il giuramento ippocratico e fa luce non solo sulle torture perpetrate ai danni dei prigionieri ma svela come dei medici compiacenti abbiano redatto falsi certificati di morte per occultare, in questi anni, le vere cause dei decessi dei detenuti. In un suo articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica britannica “The Lancet”, Miles riporta altre nefandezze compiute dal personale medico e psichiatrico americano operante non solo a Guantanamo ma anche in Iraq ed in Afganistan.  Il suo articolo, intitolato “Abu Ghraib, la sua eredità per la medicina militare”, si basa su dei documenti ufficiali ed è un feroce “je accuse” contro chi ha monitorato gli interrogatori ad Abu Ghraib ed avvalorato dei comportamenti contrari alle norme etiche internazionali ed al codice che regola la professione medica. Nello stesso articolo tra i raccapriccianti episodi citati spicca quello di. un sanitario che rianimò un prigioniero che aveva perso conoscenza durante le torture, solo per consentire ai suoi aguzzini di continuare a seviziarlo. Per tentare di spronare ancor più l’opinione pubblica, lo scorso nove ottobre a Tokyo, la WMA (World Medical Association) ha sottolineato che ogni medico ha il dovere di tener fede ai principi etici che regolano la professione ed ha l’obbligo di denunciare le torture, anche se esse avvengono nel corso di un conflitto bellico, perché "l’etica medica è identica a quella in tempo di pace”. «Quasi tre anni ci chiedemmo se il mondo occidentale prendesse ancora sul serio i diritti umani…La risposta alla domanda che ci siamo posti tre anni fa è chiaramente un “no”  I diritti umani sono una vittima del disperato tentativo di ottenere dei risultati nella guerra contro il terrorismo. La questione che dobbiamo ora porci è: quanta parte hanno avuto i medici in questi abusi?”  Con queste amare riflessioni il dottor Miles ha chiuso il suo articolo sul Lancet.  Ci auguriamo che prigioni-lager come Guantanamo siano chiuse al più presto e che quei medici, psichiatri e psicologi che si sono macchiati di questi orrori siano condannati a pene severissime. Un’ultima riflessione. Alcuni anni fa invitai il regista Tinto Brass a tenere una conferenza sul cinema nell’Aula Magna all’Università di Medicina della Federico II di Napoli. Era in corso la guerra in Iraq e dopo averlo intervistato sulla sua poetica, gli chiesi cosa ne pensavo di quel drammatico conflitto. La sua risposta fu lucida e tagliente come una lama. “E’ diventato un tabù l’incesto, il parricidio, il matricidio. Finché la guerra non verrà considerata un tabù continueranno ad esserci e guerre.” Alzi la mano chi non è d’accordo con lui.

 

 

Da La Voce della Campania – numero 9- Agosto- Settembre- 2006