Intervista a David Greco

 

Non tutti hanno la “fortuna”(?) di incontrare un “mostro” in carne ed ossa. David Greco ha fatto qualcosa in più. Per tre ore gli è stato accanto, l’ha visto negli occhi e gli ha rivolto un’infinità di domande. Il “mostro” di cui stiamo parlando è il signor Andrej Romanovic Cikatilo, l’uomo, accusato di aver violentato e “divorato” in Russia, una cinquantina di bambini, tra il 1984 ed il 1990.

“Ero in Russia per assistere al processo. Il giudice non arrivava e per una serie di circostanze fortuite, io, un’interprete ed il mio assistente, ci siamo trovati da soli con lui in aula. Citaliko era nella gabbia e mi sono avvicinato a lui. Diceva delle cose sconnesse e senza senso e parlava in uno strano dialetto ucraino. Con il suo occhio sinistro guardava me e con quello destro il mio assistente. La sensazione che ne ricavammo fu assolutamente irreale, straniante ed ipnotizzante.”

Chi parla è David Grieco, sceneggiatore (“Caruso Pascoski” e “I magi randagi”) assistente di Bertolucci e di Pier Paolo Pasolini, giornalista de “L’Unità” e regista di “Evilenko” la sua opera prima.

Affascinato dal “mostro di Rostov”, nel 1994 Grieco aveva già dato alle stampe il volume “Il comunista che mangiava i bambini”. Alcuni anni dopo decide di farne un film e di affidare a Malcom Mc Dowell (Arancia Meccanica. Io Caligola) la parte del protagonista. “Evilenko” è un film straordinario che narra delle complessità delle perversioni della mente ma soprattutto della deriva di un popolo, dopo il crollo del Muro di Berlino.

“Fino agli Anni Novanta, anche noi i comunisti italiani eravamo un po’ tutti figli della “grande madre Russia” Se vedevo una partita di calcio e vedevo quella scritta CCPP sulle maglie, lo confesso, mi batteva il cuore e facevo il tifo per loro. Immagina cosa sia successo a quel popolo, dopo il crollo del comunismo. Il mio film scava e s’interroga sulla perdita d’identità di un intera nazione. Citaliko è diventato un serial-killer, un altro un maniaco religioso, un altro ancora un esperto di esoterismo. Nel film il protagonista divora i bambini, fa pulizie etnica e si sa, chi ha sofferto tanto, tenta a recidere l’infanzia degli altri”

A chi lo accusa di aver girato una pellicola dai contenuti “indigeribili” per lo spettatore, Grieco risponde:

“E’ inutile nascondersi dietro un dito. La verità è che al cinema la rappresentazione  dell’orrore e dello splatter è servito quotidianamente sullo schermo, anche ai ragazzi al di sotto dei quattordici anni. Nel mio film non c’è mai nessuna scena di violenza gratuita ed il mio lavoro è stato così teso a sottrarre che la troupe stessa, ad un certo punto, non riusciva a comprendere che tipo di film stessi girando. Insomma si aspettavano la maglietta insanguinata, la scena horror e così via. La scena più dura è quella del sangue nel treno. Lì avrei potuto fermarmi quando Evilenko getta dal finestrino i libri del ragazzo. Il bambino (che poi è mio figlio nella realtà) muore in quel momento. Ma lì ho preferito andare avanti solo per sottolineare la sparizione del corpo del ragazzo. E’ l’incubo più forte del film.”

 

Per l'intervista completa si rimanda al volume "Psycho cult" di Ignazio Senatore (Centro Scientifico Editore-2006)

 

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