I giorni dell'abbandono di Roberto Faenza - 2005

Mario (Luca Zingaretti), Olga (Margherita Buy) ed i loro due dolci bambini, Ilaria (Sara Santostasi) e Gianni (Simone Della Croce) sembrano la reclame della classica famiglia felice. Mario ha però un “vuoto di senso” e predilige alla moglie trentacinquenne, Gina, una donna più giovane (e bella) di lei. Confusa e smarrita Olga spera che il marito, dopo la classica sbandata, torni sui propri passi ma quando comprende che il matrimonio è miseramente naufragato, è divorata inesorabilmente dall’apatia, dall’angoscia e dalla tristezza. Grazie a Damian (Goran Bregovic) un musicista straniero, vicino di casa, ritornerà a riprendere fiducia in se stessa ed a respirare la vita a pieni polmoni. Nel trasporre sullo schermo l’omonimo romanzo di Elena Ferrante, Roberto Faenza avrebbe potuto dar fondo a tutti gli stilemi del melò e mostrarci la protagonista strangolata dalla disperazione, con il cuore sanguinante ed il viso costantemente rigato delle lacrime ma sceglie, invece, con disincanto e discrezione, di intercettare quelle zone d’ombra che attanagliano l’animo umano,. Il dolore di Olga c’è, si sente e si percepisce ma il regista, sottrae, lima, trattiene, evitando di banalizzare la vicenda. L’inquieta ed inquietante figura della “poverella”, (Alessia Goria) proiezione della parte malsana della protagonista e l’ingresso in campo di un ramarro, infondono un ulteriore tocco surreale ed oniroide alla vicenda. Sorretta da un misurato Zingaretti, Margherita Buy, dolente e palpitante quanto basta, è praticamente perfetta. Con occhi stanchi e pigri i critici presenti al Festival di Venezia lo hanno (ingiustamente) massacrato ed è scoppiata l’immancabile polemica.



Per l'intervista completa a Roberto Faenza, l'antologia della critica e della critica online del film si rimanda al volume di Ignazio Senatore: "Roberto Faenza Uno scomodo regista" - 2012 -Falsopiano Editore

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