Generazione perfetta (Disturbing behaviour)

di David Nutter con James Mardsen, Nick Sthal, Bruce Greenwood,– USA – 1998 – Durata 83’ – V.M 14

 

Dopo il suicidio del fratello maggiore, Steve Clark (James Mardsen) si trasferisce con la famiglia da Chicago a Cradle Bay, un piccolo centro dove ha sede un rinomato college. Steve è il classico bravo ragazzo e lega sopratutto con Rachel (Katie Holmes) una ragazza dolce ed introversa e con Gavin (Nick Sthal) un mezzo sciroccato, ribelle ed anticonformista. Nel college imperversano i Blue Ribbon, studenti sportivi, secchioni ed estremamente violenti ed in preda a dei furiosi attacchi omicidi. Gavin è convinto che nella sua clinica il dottor Edward Caldicott (Bruce Greenwood) lo psichiatra della scuola, con l’autorizzazione dei genitori, dopo aver sottoposti gli studenti ad un intervento chirurgico, li deprogramma e li trasforma in dei docili agnellini. Steve e Rachel lo prendono in giro e lo tacciano di essere un folle visionario. Qualche giorno dopo Gavin si presenta al college completamente irriconoscibile ed entra a far parte della banda dei Blue Ribbon. Steve e Rachel decidono allora di indagare e quando stanno per cadere anche loro nelle grinfie del malefico dottore, grazie all’intervento di un inserviente della scuola, mezzo ritardato, fanno precipitare in un burrone Caldicott ed i Blue Ribbon. Dopo qualche tempo nella scuola giunge un nuovo professore: è Steve, pulito, integerrimo e perfettino.

Pellicola dal vago impianto fantascientifico che non brilla né per le  scelte visive, né per originalità della storia che rimanda spudoratamente ad altre pellicole (Faculty, Quel misterioso amico di mia madre). Caldicott è descritto come uno psichiatra cinico e malvagio, disposto a tutto pur di continuare i propri esperimenti e padre di un’adolescente ricoverata nella clinica che dirige, con la mente talmente annebbiata che non fa altro che ripetere, la medesima filastrocca:” Le piccole creature sonore che adesso si posano sui fiori.“  Sul finale Steve cade nelle grinfie di Caldicott che, invano, prova ad ipnotizzarlo e a fargli ascoltare un nastro registrato che ripete: “Sii, vero, sii migliore, sii superiore, raggiungi l’eccellenza, sii Blu Ribbon”.  Il finale è scontato e prevedibile e non riscatta una pellicola alquanto modesta.

 

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