Fotografando Patrizia

di Salvatore Samperi con Monica Guerritore, Lorenzo Lena, Saverio Vallone, Italia – 1984 - Durata 92’ – V.M 14

 

Emilio (Lorenzo Lena) è un sedicenne, chiuso e taciturno. Alla morte della vecchia governante, sua sorella Patrizia (Monica Guerritore) va a vivere con lui nella villa paterna. Per scuoterlo dal torpore affettivo decide di raccontargli il proprio passato e di svelargli quali fantasmi erotici l’hanno turbata da adolescente. Inizialmente Emilio si limita ad ascoltarla ma poi chiede alla sorella di soddisfare le proprie malsane fantasie sessuali e la costringe a concedersi al suo maestro di musica ed a rimorchiare uno sconosciuto in un cinema. Patrizia accetta tutto passivamente senza reagire ed il giorno in cui sposa Arrigo (Saverio Marconi) dona al fratello l’anima ed il corpo.

Ennesima variazione del regista sul tema dell’adolescente inibito e complessato che supera le proprie inibizioni sessuali, grazie all’aiuto di un familiare. In questo dramma soft-erotico, Emilio è descritto come un ragazzo chiuso ed introverso, incapace di avere una propria vita sociale e relazionale. Alla sorella che cerca di spronarlo a mettere il naso fuori di casa, confida: “Sono sicuro che se esco fuori di casa mi succede qualcosa di brutto. C’è qualcosa là fuori che mi fa paura. Che pensi che non abbia voglia di uscire, di correre, di baciare una ragazza, di essere come tutti gli altri?”. Ma la sua patologia è sullo sfondo ed il regista non approfondisce i motivi che lo hanno spinto a murarsi in casa. Man mano che la vicenda procede, lo spettatore è costretto a sorbirsi i racconti erotici (noiosi e cerebrali) dell’inquieta ed insoddisfatta protagonista. Samperi  affronta  banalmente il tabù dell’incesto, lascia fuori campo le scene peccaminose e, spezza ogni tanto la narrazione proponendo un’immagine fissa con una spirale che si staglia su uno sfondo nero, circondata da alcuni fotogrammi che ritraggono la protagonista.

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