Easy rider Libertà e paura (Easy rider)

di Dennis Hopper con Dennis Hopper, Peter Fonda, Jack Nicholson – USA - 1969 – Durata 94’ –V.M 14

 

Con il ricavato di una partita di coca, Wyatt (Peter Fonda) soprannominato Capitan America ed il suo amico Billy (Dennis Hopper) in sella ai loro fiammeggianti chopper e partono da Los Angeles diretti al carnevale di New Orleans. Mentre attraversano l’America, i loro capelli lunghi ed il loro abbigliamento eccentrico scatenano commenti salati, battute al vetriolo e le dure reazioni dei benpensanti locali. Nel loro peregrinare senza meta, s’imbattono in una città in festa e finiscono in prigione per aver sfilato con le loro moto, senza autorizzazione, insieme alle majorette. In carcere incontrano George Hanson (Jack Nicholson) un avvocato mezzo sbronzo che li cava dagli impicci ma che muore pestato poi da un paio di teppisti. Wyatt e Billy proseguono la loro marcia ma sono freddati con un colpo di fucile sparato da da uno sconosciuto da un camion in corsa. 

Film cult diventato sinonimo di pacifismo e della protesta hippy a cui manca un vero e proprio intreccio narrativo.

Come ogni road-movie che si rispetti il vero protagonista della pellicola è il panorama ed i due protagonisti sfrecciano con le loro moto attraverso deserti assolati e verdeggianti vallate. La motocicletta cromata di Wyatt con la bandiera americana stampata sul serbatoio della benzina è diventata uno dei simboli della libertà giovanile ed a George Hanson è affidato il compito di illustrare la deriva qualunquista e razzista nella quale era immersa l’America in quegli anni: “Hanno la forbice facile, qui. Il motto è “Abbellire l’America” e vogliono fare in modo che tutti assomiglino tale e quali a Yul Brinner. Hanno usato delle lamette per gli ultimi capelloni che hanno portato qua dentro. (…) Lo sai una volta questo era un gran bel paese. Non hanno paura di voi ma hanno paura di quello che rappresentate; la libertà. Parlare di libertà ed essere liberi sono due cose diverse. Voglio dire che è difficile essere liberi quando si comprano e si vendono al mercato. E bada non dire mai a nessuno che non è libero, altrimenti quello si darà un gran da fare ad uccidere, a massacrare per dimostrarti che lo è. Certo ti parlano, ti parlano, ti parlano di questa famosa libertà individuale, ma quando vedono un individuo veramente libero, allora hanno paura.“

Non mancano le scene dal grande impatto visivo, montate freneticamente a scatto, che mostrano Wyatt, Billy e due donne conosciute per caso che, dopo aver assunto un acido, allucinano, in rapidissima successione, una donna nuda, un pagliaccio, dei tamburi, una cerimonia funebre nella quale compare una bambina che recita il Pater nostro e Wyatt che piange abbracciato ad una statua. Questa sequenza (forse) la più bella di tutto il film, accompagnata dal brano di Bob Dylan “ It is alright Ma. (I.m only blending)” rimanda al tragico suicido della madre di Peter Fonda. Il film è ricco di riferimenti al cinema western. Peter Fonda si chiama Wyatt come il celebre Wyatt  Earp e Dennis Hopper come il mitico Billy The Kid. La splendida colonna sonora, con brani di Jimi Hendrix, The Birds, The Band, Roger McGuinn e degli Steppenwolf, fa da cerniera all’intera vicenda. Costato cinquecento cinquantamila dollari, la pellicola incassò, in breve tempo, sessanta milioni. Premiato al Festival di Cannes 1969 come miglior opera prima. ha ottenuto due nomination agli Oscar per Jack Nicholson come migliore attore non protagonista e come migliore sceneggiatura originale.

 

 

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