E io non pago

 

Non è la prima volta che, zigzagando tra le carriere di registi e sceneggiatori, ci imbattiamo in percorsi artistici, a dir poco, singolari. Sceneggiatore del torbido soft-erotico La Bonne, diretto nel 1986, da Salvatore Samperi, regista del divertente Uomini sull’orlo di una crisi di nervi (1999), Alessandro Capone ci aveva rapito e stregato con il malsano L’amore nascosto, interpretato nel 2007 da una magnetica Isabelle Huppert. Invece di confermarsi autore dal respiro europeo, il regista romano ha confezionato poi l’impalpabile Feisbum ed il recente E io non pago, commediola senza pretese ambientata in Costa Smeralda. La trama? Un integerrimo maresciallo della Guardia di Finanza (Mattioli) ed il suo fido maresciallo della Guardia di Finanza brigadiere (Casagrande) provano a pizzicare i soliti “furbetti milionari che cercano di aggirare i controlli della Guardia di Finanza e non pagare le tasse. Sfilano un commercialista senza scrupoli (Salvi), un chirurgo estetico abile nei “ritocchino” a donne di mezz’età che non rilascia fatture, un ristoratore (Calà) che procaccia escort ad un politico erotomane. Una pellicola che annovera nel cast un’impresentabile Valeria Marini, che finisce, inevitabilmente, per rendere più simpatici i furbetti dei finanzieri e che ci ricorda come sia difficile coniugare i film d’evasione con i film sull’evasione (fiscale).

 

Recensione pubblicata su Segno Cinema N 183 sett-2013

 

 

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