Vivere sani e belli N. 41- Ottobre 2006

“Donna in carriera eguale matrimonio in crisi?”

 Laura De Laurentiis

 

Senatore: Affermare che ci sia del vero nell’ipotesi che un uomo che sposa una donna professionalmente al top è destinato a un matrimonio peggiore di quello che gli sarebbe riservato con una moglie casalinga è quanto meno azzardato, visto che la buona riuscita di una relazione di coppia non dipende solo dalla variabile lavoro.  In un gioco di esagerazione, in cui si fa riferimento allo stereotipo della donna in carriera,  cioè che mira (o già occupa) posti di grande potere e prestigio, non si può comunque prescindere da un dato di fatto: la nostra società è ancora maschile, per cui una donna che ha come primo obiettivo farsi largo in una professione deve giocoforza essere “fallica”, cioè competitiva, aggressiva e concentrata esclusivamente sul suo lavoro. Il rischio per questo tipo di donna è quello di sviluppare una personalità denominata “come se” ed adottare e fare propri dei modelli maschili che non le appartengono e che la costringono a svuotarsi del suo essere donna fino a  renderla insofferente nei confronti  di tutti gli altri ruoli (donna di casa, moglie, madre) e spingerla a ricoprirli di conseguenza in modo deficitario. Sta dunque all’uomo capire che tipo di compagna vuole, (sta all’uomo domandarsi) se preferisce avere accanto  una donna capace di realizzare quei sogni e quei desideri che lui stesso magari nutriva, cioè qualcuno di assolutamente simile a lui (almeno psicologicamente) oppure una figura più materna, più coinvolta dal mondo privato degli affetti. Non c’è nulla di sbagliato nell’una o nell’altra scelta, perché entrambe possono soddisfare una necessità profonda dell’uomo. In generale (per quanto possano valere le generalizzazioni) chi è fortemente attratto dalle donne in carriera come tali (cosa che non ha nulla a che fare con l’innamorarsi di una donna che casualmente è anche in carriera) è alla ricerca di affermare narcisisticamente il proprio valore, secondo questa dinamica: lei vale e io di conseguenza valgo perché ha scelto me. Chi invece non prova particolare attrazione per le donne in carriera ha un alto livello di autostima e non punta a “innamorarsi dell’idolo” nella speranza di diventare a sua volta idolo, per mezzo dell’accoppiamento, nell’eventualità di essere corrisposto.

 

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