La donna di Gilles di Frederic Fonteyne -Belgio - 2004

 

Anni Trenta. Elisa (Emmanuele Devos) è madre di due biondissime gemelle ed in attesa di un terzo pargoletto. Felicemente sposata con Gilles (Clovis Cornillac) un tozzo operaio di una fonderia, sfaccenda a più non posso tra il suo piccolo orto e le mura domestiche. Tutto sembra filare liscio ma, come un bagliore improvviso nella notte, un sospetto inquietante si fa strada nella sua mente. E se il suo fedele maritino la tradisse con Victorine (Laura Smet) la sua seducente sorellina minore? E quando i dubbi diventano certezze, la donna dapprima spera che l’infatuazione del marito sia passeggera, poi, resosi conta che l’uomo è follemente innamorato della ragazza, si mostra materna  e comprensiva nei suoi confronti, fino a diventare suo complice. La relazione tra i due tormentati amanti avrà breve vita ed Elisa potrà, finalmente, ritornare ad essere “la donna di Gilles”. Ma in famiglia l’armonia e la serenità ritrovata sarà presto spezzata da un’imprevedibile (?) tragedia.

Ci sono persone che urlano, piangono, strepitano, lanciano piatti e sprigionano così la propria rabbia e delusione contro chi fa loro del male. C’è, invece, chi, pur di mentire a se stessa,  resta in silenzio, trattiene, ingoia , nasconde, nel buio della propria anima, torti, delusioni e fregature.

E’ proprio questo volersi negare una cocente sconfitta, questo bendarsi, a tutti i costi, la mente, gli occhi ed il cuore, il leit-motiv de“La donna di Gilles”, film, elegante e raffinato, diretto dal regista belga Friederic Fonteyne, già autore del rarefatto “Una relazione privata”.

Elisa, per non ammettere a se stessa il fallimento della propria vita affettiva e sentimentale, finge di non provare dolore alla scoperta che il marito la tradisce con sua sorella minore. Lei non minaccia, non strepita, non si deprime, non vacilla neanche per un attimo. E senza mostrare anche il più piccolo cedimento emotivo , in nome della difesa dell’intero gruppo familiare, con abnegazione e senso di sacrificio, negherà a se stessa anche il minimo gesto di rivolta. Schierata al fianco del marito, farà di tutto perché la “peccaminosa” relazione prosegua, al punto da suggerirgli come comportarsi per conquistare la sorella minore. Dolce e premurosa nei confronti di chi le ha strappato il cuore dal petto, ed inferto, a tradimento, una pugnalata nella schiena, Elisa è disposta a mettersi da parte, pur di far felice l’uomo che ama. E quando l’ardente passione tra i due amanti sarà diventata cenere, nel suo cuore non ci sarà più spazio né per la gioia, né per la vendetta. E se è pur vero che nulla sfugge al nostro inconscio, Elisa pagherà a caro prezzo una “scelta”, fatta di coraggio e di finzione. Il film possiede dei momenti di rara poesia ed è tutto giocato sull’impalpabile sofferenza della protagonista, sugli impercettibili movimenti del suo viso, sui suoi prolungati silenzi, sui suoi sorrisi innocenti, disarmanti ed appena abbozzati.

Presentato all’ultimo Festival di Venezia, la pellicola si nutre della straordinaria recitazione di Emmanuelle.Devos, attrice intensa e sensibile (già apparsa sullo schermo nel bellissimo “Sulle mie labbra”) e sulla fresca e disinvolta prova di una sensuale Laura Smet. Su tutte l’irresistibile scena di Elisa che, frastornata, va in chiesa ed, in confessione, racconta al prete il proprio travaglio interiore. Il prelato, senza neanche ascoltarla, la liquida in un baleno e le ordina, come penitenza, di recitare dieci rosari.. Tratto dal romanzo di Madeleine Bourdouxhe.

 

Recensione pubblicata sulla Rivista "Friendly" Numero 8 - Agosto 2005

 

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