Denti (Teeth)

di Mitchell Lichtenstein con Jess Weixler, John Hensley, Hale Applemen - USA – 2007 - Durata 88’ – V.M 14

 

Dawn (Jess Weixler) liceale dal faccino acqua e sapone è una delle più fervide attiviste di un comitato che propugna la castità fino al matrimonio ma quando s’imbatte in Tobey (Hale Applemen), uno studente apparentemente timido e riservato che frequenta la sua stessa scuola, le sue ferme convinzioni iniziano a vacillare. I due si frequentano e si scambiano qualche effusione ma, quando Tobey prova a violentarla, la vagina di Dawn gli trancia di netto il suo pene. Da quel momento in poi, ogni qual volta qualcuno vuole approfittarsi di lei, la sua vagina entrerà in azione.

Anche se alcune scene rasentano il truculento, il regista, figlio di Roy, geniale artista pop, evita lo splatter e le pozze di sangue e punta il dito contro l’educazione  bigotta e perbenista che costringe le adolescenti a negare la propria sessualità ed a vivere un disarmonico rapporto con il proprio corpo. Il film è già tutto nella prima scena; in una piccola piscina nel giardino di casa, la piccola Dawn è impegnata con Brad nelle prime esplorazioni sessuali infantili ma quando il fratellino la tocca, la sua vagina dentata gli procura una vistosa ferita al dito. Per quanto la pellicola possa sembrare scabrosa, Lichtenstein l’immerge in un atmosfera candida ed immacolata ed accenna vagamente ai miti arcaici legati alla vagina dentata, cari dei popoli dell’antichità. Lontano mille miglia dai ruggiti femministi, il regista non vuole dipingere la dolce e tenera protagonista come un angelo vendicatore che castra i coetanei che la usano come un mero oggetto di piacere ma la descrive come una creatura tragica, terrorizzata dal proprio corpo e condannata a non poter vivere la propria sessualità. Sul finale, dopo la morte della madre, a seguito di una lunga malattia, Dawn regola i conti con se stessa e con il proprio passato e, dopo aver fatto gli occhi dolci a Brad (John Hensley) un metallaro scoppiato che si da quando era piccolo le fa gli occhi dolci, lo seduce e con la sua vagina dentata lo evira. Il film è ricco di ironia ed un paio di scene sono da antologia; su tutte la visita ginecologica a cui Dawn si sottopone e quella del cane di Brad che, scambiandolo per un prelibato boccone, il pene mutilato di Brad, lo ingoia. A rendere ancora più sinistra l’intera vicenda una centrale nucleare sullo sfondo. La colonna sonora non lascia il segno ma tra i brani musicali va segnalato You did di Chuck Prophet.

 

 

Stralcio da “Vero come una finzione” Springer Editore – 2010 di Matteo Balestrieri, Stefano Caracciolo, Riccardo Dalle Luche, Paolo Iazzetta, Ignazio Senatore

 

 

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