D -Tox

di Jim Gillespie con Sylvester Stallone, Kris Kristofferson, Charles S. Hutton, Polly Walker - USA – 2002 - Durata 96’

 

Uno spietato serial killer uccide per vendetta Mary, la giovane donna di Jack Malloy (Sylvester Stallone) agente speciale dell’FBI,  colpevole di aver impedito l’uccisione di alcune prostitute. Jack non regge il colpo e, dopo aver stordito, giorno dopo giorno, il proprio dolore nell’alcol, tenta il suicidio. Il suo collega Chuck (Charles S. Hutton) lo spinge a ricoverarsi a D-Tox,  un ex ospedale psichiatrico giudiziario, lugubre e spoglio, tra le montagne del Wyoming, trasformato in un centro per la disintossicazione di poliziotti alcolizzati, diretto da Mitchell (Kris Kristofferson) e da Jenny Munroe (Polly Walker) una giovane psicologa. A causa di una tempesta di neve il centro resta isolato e diventa teatro di macabri omicidi. Grazie all’aiuto della psicologa del centro Malloy scopre che l’autore dei delitti era il serial-killer che aveva preso il posto di Slater uno degli agenti e lo aveva seguito in quel centro per ucciderlo. In un duello all’ultimo sangue lo ammazza e poi si allontana dal centro con il suo amico Chuck e Jenny.

Thriller freddo e senza spessore che utilizza un procedimento narrativo scontato e poco originale (in un luogo chiuso un misterioso omicida ammazza le proprie vittime scatenando i sospetti dei presenti) e che, grazie alla presenza di Stallone mette in scena più muscoli che cervello. La cura degli alcolisti è un optional ed il regista più che filmare le terapie di gruppo o i colloqui con la psicologa che lavora nel centro lastrica la pellicola di efferati delitti. Stallone prova, nella prima parte del film a vestire i panni dell’alcolizzato con lo sguardo perso nel vuoto ma il trucco non funziona. Da segnalare la frase con cui Mitchell, un ex poliziotto ed ex alcolista, accoglie Jack a D-Tox: “Qui noi usiamo due tipi d’intervento; un modo per dire che prima disintossicheremo il suo culo e poi  affonderemo i suoi demoni nelle sedute di gruppo. Io ho fatto il poliziotto per dodici anni prima di tentare di distruggermi, bevendo. So cosa la tiene sveglio di notte. Non abbiamo bacchette magiche,  non si digerisce la merda che uno ha ingoiato.” Tratto dal romanzo Bitter joint di Howard Swindle.

 

 

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