La custode di mia sorella (The Time Traveler's Wife)

di Nick Cassavetes con Cameron Diaz, Abigail Breslin, Alec Baldwin, Jason Patric, Sofia Vassilieva – USA – 2009 - Durata 109’- VM 14

 

Kate Fritzgerald (Sofia Wassilieva) è affetta da una rara forma di leucemia ed allora la madre Sara (Cameron Diaz), in accordo con il marito Brian (Jason Patric), decide di far nascere Anna (Abigail Breslin) allo scopo di fornire alla figlia malata sangue, cellule staminali e midollo osseo e quanto altro possa permetterle di rimanere in vita. Giunta all’età di undici anni, Anna si rivolge all’avvocato Campbell (Alec Baldwin) per far causa ai genitori ed impedire loro di costringerla a donare un rene alla sorella.

Nick Cassavetes non tradisce il cinema del compianto papà John e dirige un film accecante per la lucidità e la modernità con la quale tratta uno tra i temi più spinosi ed attuali della bioetica. Possono dei genitori costringere Anna a fornire dei “pezzi di ricambio” alla sorella e sottoporla a delle indagini sempre più invasive? Il regista, con equilibrio, lascia sfilare sullo schermo un campionario di umana sofferenza; una madre che non vuole rassegnarsi all’idea che Kate muoia, Anna, temeraria e testarda, che lotta per difendere la propria autonomia ed identità e la tenera e sfortunata Kate, dilaniata da un male che l’ha pugnalata vigliaccamente alle spalle. Cassavetes regala qualche spruzzatina romantica alla vicenda e, senza puntare né al melodramma, né ai fazzoletti, lascia che Kate s’innamori di un adolescente anche lui in cura. Convincente Cameron Diaz nei panni della tenace e battagliera Sara. Alec Baldwin gioca da fermo ma meriterebbe l’Oscar. Dall’omonimo romanzo di Jodi Picoult, tratto da una storia vera.

 

Recensione pubblicata su Segno Cinema - N. 165 Settembre - Ottobre 2010

 

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