Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante (The Cook, the Thief, His Wife & Her Lover )

di Peter Greenaway con Michael Gambon, Helen Mirren, Alan Howard, Richard Bohringer, Tim Roth  - GB - 1989 – Durata 124’ – V.M 14

 Albert Spica (Michael Gambon) un volgare e tirannico lestofante, in compagnia di sua moglie Georgina (Helen Mirren) frequenta ogni sera Le Hollandais, elegante ristorante francese gestito a Londra da Richard (Richard Bohringer) uno chef di alta classe. Con i suoi modi grossolani e volgari, Albert tiranneggia i camerieri e gli altri frequentatori del locale. Picchiata ed umiliata in pubblico, Georgina è costretta a subire in silenzio le sue angherie ma si vendica, tradendolo, tra una portata e l’altra, con Michael (Alan Howard) un uomo colto, amante della lettura ed assiduo frequentatore del ristorante. A tenerle spago è Richard che l’aiuta ad imboscarsi nella cucina. Albert scopre la tresca e, senza batter ciglio, fa uccidere Michael dai suoi scagnozzi. Ma la vendetta di Georgina non tarda ad arrivare; dopo aver convinto Richard a cucinare il cadavere di Michael, prima di ucciderlo, costringe Albert, alla presenza di tutti i frequentatori del locale che hanno subito i suoi soprusi, ad assaggiare la carne del suo rivale. La vicenda, macabra e mortifera, priva di un vero e proprio intreccio narrativo, si svolge nell’arco di dieci serate all’interno del sontuoso ristorante e ruota intorno al contrasto tra la raffinatezza e riservatezza delle portate e la rozzezza ed la volgarità del protagonista. Greenway, regista colto, si ispira alle pitture paesaggistica inglese, a Franz Hals ed ai dipinti fiamminghi ed impagina una storia dai risvolti macabri e grotteschi che come struttura narrativa ha come riferimento I racconti di Canterbury di Chaucer. La cosa migliore del film sono gli splendidi commenti che Richard dispensa sul cibo: "Quello che dovete capire è che un bravo cuoco mette insieme cose più disparate come l'anitra e l'arancia, prosciutto e ananasso; si chiama creatività. Il mangiare è il mio piacere. Anche Giorgina è un mio piacere, sebbene sia di carattere un po’ riservato di quanto non sia riempirsi la bocca ed alimentare le fogne, per quanto siano piaceri apparentati, perché le cose appetitose e quelle sporche danno stimoli analoghi e dimostrano che cibo e sesso sono parenti tra di loro.” Fin dalle prime battute la morte fa capolino nel film ed il rinomato chef sembra sottolinearlo ulteriormente con questo suo commento:  Quando prepari il menù come lo fai il prezzo delle portate? Io chiedo di più per tutto quello che è nero; uva nera, olive nere, ribes nero. La gente, in genere, ama ricordarsi della morte; è come consumare la morte. E' come dirle: Morte ti sto mangiando! Il tartufo nero è la cosa più cara insieme al caviale nero. Morte e nascita, la fine e il principio. Tu non credi che sia giusto che tutte le pietanze più dispendiose siano nere? E poi facciamo pagare la vanità: i cibi dietetici hanno un sovrapprezzo addizionale del trenta per cento, afrodisiaci del cinquanta per cento..."  Esaltante la fotografia di Sacha Vierny

Torna alla Homepage »