Crazy stupid love

 

Carl Weawer (Steve Carrel) è sposato da venticinque anni con Emily (Julianne Moore). I due sono al ristorante, Carl le confessa di aver mangiato troppo e le chiede di dividere un dessert. Lui è indeciso ed allora, per gioco, le chiede di pronunciare, insieme a lui, dopo il fatidico “un, due e tre”, ciascuno cosa vuole. Mentre lui emette un tenero e candido “creme brulèe”, lei lo fredda con un secco “Voglio il divorzio”. E’ questo il travolgente incipit del film, diretto a quattro mani, da Glen Ficarra e John Requa, commedia a stelle e strisce che ruota intorno alla delusione del protagonista, che, suo malgrado, è costretto ad andare alla ricerca dell’anima gemella. Imbranato, arrugginito ed impacciato avrà come mentore Jacob (Ryan Gosling), irresistibile dongiovanni che finirà tra le braccia di Hannah, innamorata respinta di Richard. Nella prevedibile girandola di colpi di scena Roby, il figlio tredicenne dei Weaver s’innamora della baby-sitter, la diciassettenne Jessica, a sua volta invaghita di Carl; Emily di David (Kevin Bacon), collega d’ufficio e, “dulcis in fundo”, Carl finirà a letto con Kate (Marisa Tomei), l’insegnante isterica ed (ex) alcolizzata di Robbie. Un finale melenso e stucchevole chiude la vicenda.

Un film che vorrebbe mescolare la commedia sentimentale al piglio frizzante del cinema indipendente americano ma che si limita a narrare, con scarsa originalità, l’ennesima crisi del maschio americano di mezz’età, piantato dalla moglie e l’incertezza identitaria, tipica dell’età adolescenziale. Una pellicola nel complesso poco crazy, poco stupid che si limita a rimestare un po’ di love e che verrà ricordata (soltanto) per aver sprecato (da stupid) un cast stellare.

 

 

Recensione pubblicata su Segno Cinema – N. 177 - 2012

 

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