Come Dio  comanda

 

di Gabriele Salvatores con Filippo Timi, Alvaro Caleca, Elio Germano, Fabio De Luigi - Italia - 2008 - Durata 103’

 

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Ludovica Di Rocco, Alvaro Caleca, Alessandro Bressanello

Zena (Filippo Timi) un disoccupato violento ed irascibile che sbarca il lunario come può, vive in una cittadina del Nord Est d’Italia con Cristiano (Alvaro Caleca), il figlio adolescente che frequenta le scuole medie. Maschilista, xenofobo ed incapace di instaurare relazioni significative con il mondo esterno, Zena prova a preservare il figlio dagli insulti della vita, educandolo a non chinare mai la testa ed a non subire in silenzio le provocazioni e le angherie dei compagni di scuola. Dietro la scorza di duro e di brutale neonazista, Zena nasconde però un cuore tenero; padre, a suo modo, dolce e premuroso, è angosciato all’idea che i Servizi Sociali possano strappargli il figlio dal petto e privarlo del suo unico punto di riferimento affettivo. Cristiano, sensibile, acuto e precocemente adultizzato, comprende il suo dramma, ingoia rabbia e risentimento e, sostenendolo amorevolmente, riesce a contenere la sua cieca disperazione. Il loro unico amico è Quattro Formaggi (Elio Germano), un giovane, vittima di un incidente sul lavoro, che ha perso contatto con la realtà, vive in un proprio mondo fantastico ed allucinatorio e come unica occupazione costruisce un bizzarro e fantasmagorico presepe. In una notte di pioggia il destino è dietro l’angolo ed un tragico evento cambierà per sempre la vita dei tre protagonisti.

Cinque anni dopo Io non ho paura il regista napoletano torna a collaborare con Niccolò Ammanniti ed impagina una favola nera, cupa e livida che ha come sfondo un cielo oscuro che sputa ogni giorno vagoni di pioggia ed un paesaggio, così nudo e spoglio, da apparire asettico e privo di vita. Salvatores spiazza tutti con una pellicola aspra ed intensa, imperniata sul sanguigno, ruvido ed abrasivo rapporto tra Zena ed il figlio, uniti in maniera simbiotica, nel bene e nel male, dalla consapevolezza di essere soli al mondo e di poter contare, in ogni momento, sul sostegno, il conforto e la cura dell’altro. Il film, elettrico e nervoso, regala improvvisi sussulti ed inaspettati soprassalti ma, non privo di imperfezioni, implode in più punti e si inabissa vorticosamente ogni qual volta fa il suo ingresso in scena Quattro Formaggi, un personaggio patetico, stucchevole e fin troppo sopra le righe. Nel cast Fabio De Luigi nei panni di un premuroso assistente sociale. Perfetto il debuttante Alvaro Caleca.

 

Recensione pubblicata sulla Rivista Segno Cinema - N 159 - Settembre - Ottobre 2009

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