Caterina va in città

di Paolo Virzì  con Margherita Buy, Sergio Castellitto, Alice Teghi, Claudio Amendola, Michele Placido –- Italia – 2003 - Durata 105'

 

Giancarlo Iacovoni (Sergio Castellitto) ambizioso insegnante di ragioneria è riuscito, dopo anni di attesa ad ottenere dal Provveditorato l’agognato trasferimento da Montaldo di Castro a Roma, sua città natale. Per Caterina (Alice Teghi) sua figlia tredicenne, una ragazzina semplice, ingenua ed impacciata, l’inserimento nella terza media di una scuola prestigiosa non è affatto facile ed è risucchiata nell’infuocato clima della sua classe. Confusa e spaesata, inizia frequentare “le zecche”, delle compagne di classe di sinistra ma poi è risucchiata nel giro delle “pariole”, delle ragazze di destra, capeggiate da Daniela, figlia di Manlio Germano (Claudio Amendola) un onorevole fascista in doppiopetto. Giancarlo, dopo aver cercato di inserirsi nelle “conventicole” culturali, cerca di elevarsi da un punto di vista sociale e spinge sua figlia a frequentare, indistintamente, sia le famiglie colte e radical -chic della sinistra che quelle di destra. Sempre più frustrato, scoppia, e dopo essere diventato abulico ed apatico, molla scuola e famiglia e fa perdere traccia di sé. Sua moglie Agata (Margherita Buy) svampita e sempre con la testa tra le nuvole, trova conforto e sostegno in un caro amico di famiglia e Caterina è ammessa all’Accademia di Santa Cecilia a studiare canto.

Commedia agro-dolce di Virzì che fotografa, con un pizzico di cinismo la mediocrità imperante, il regime incontrastato dei media e la crisi delle ideologie. Il film scorre senza intoppi ma risulta piatto ed incolore; le contrapposizioni politiche sono troppo banalizzate, la crisi che corrode Giancarlo è eccessivamente estremizzata e Caterina appare come un’adolescente troppo ingenua ed incapace di fronteggiare una realtà che ad i suoi occhi appare indecifrabile e troppo complessa.

Da segnalare, prima di trasferirsi nella capitale, il caustico discorso di commiato di Giancarlo dai suoi alunni:.“Questo è il programma di questo anno ma, come forse già saprete, lo porterete all’esame con un altro professore, perché il Provveditorato di Roma, bontà sua, ha accolto la mia sacrosanta richiesta di trasferimento. Nel congedarmi da voi, però, voglio, dirvi una cosa: che tutte le ore passate insieme in questa aula, tutte le giornate trascorse qui, sono state le più inutili e deprimenti della mia vita. Mi domando perché abbiate perso tanto tempo a venire in una scuola che di per sé non serve a niente. Ma in particolare, per i venti, ventuno quanti siete, a mio modesto parere, siete assolutamente inadatti a qualsiasi tipo di apprendimento. Concludendo siete una delle peggiori ed avvilenti esperienze che si possano augurare ad un insegnante.” Piccolo cammeo di Michele Placido. Nastro d’argento e David come migliore attrice non protagonista a Margherita Buy.

Torna alla Homepage »