Cartoline dall'inferno

di Mike Nichols con Meryl Streep, Shirley McLaine, Dennis Quaid, Richard Dreyfuss, Gene Hackmann  – USA – 1990 – Durata 101’

 

L'attrice Suzanne Vale (Meryl Streep) è sotto pressione e, durante le riprese di un film, sniffa talmente tanta cocaina che va in overdose ed è ricoverata per una cura disintossicante. Dopo questo piccolo infortunio è scritturata per un nuovo film ma la compagnia di assicurazione le impone di andare a vivere da sua madre Doris (Shirley McLaine) una celebre star degli Anni Cinquanta che oltre ad accudirla deve farle da tutrice. La vita affettiva di Suzanne è un fiasco; la sua relazione con Jack Falkner (Dennis Quaid) dura meno di un lampo, Marthy, il suo amministratore l’ha lasciata senza un soldo e sua madre, una donna oppressiva ed invadente, prova  in tutti i modi  a gestire la sua vita e la sua carriera di artista. Doris, completamente brilla, si schianta con la sua auto contro un albero ma ha sette spiriti e, sul finale, convince sua figlia ad intraprendere la carriera di cantante come lei aveva programmato

Commedia agro-dolce che descrive con garbo ed un pizzico di pungente ironia il mondo dorato delle attrici di Hollywood. La vicenda ruota intorno a Doris, una madre invadente, asfissiante e possessiva che per tutto il film sommerge di battute acide e salate la sua amata/odiata figliola. Donna algida ed egoista, Doris è gelosa del suo successo ed, invano, la figlia le chiede di mettersi da parte e di non flirtare, in maniera così spudorata con tutti i suoi pretendenti: “Mi piacerebbe avere qualche persona soltanto mia senza che tu debba piacere immensamente a loro. Perché devi prendere in mano qualsiasi situazione, perché senti il bisogno di eclissarmi completamente?”. Suzanne prova, invano, a tenerla a bada e dopo aver ingoiato rimbrotti e sfrecciatine, le vomita addosso le sue colpe “Fin da quando avevo nove anni mi hai dato delle pillole per dormire. Mamma, non si possono dare dei sonniferi ai bambini quando non riescono a dormire.”. Incrollabile, Doris respinge ogni accusa, passa al contrattacco e finisce per sfibrare ancor più Suzanne che, sul finale, capitola e si piega ai voleri dell’arcigna e dispotica genitrice. Rispetto al romanzo autobiografico di Carrie Fisher, la celebre attrice Debbie Reynolds, il regista sfronda le numerose scene ambientate nella clinica dove Suzanne è ricoverata ed innalza l’età della protagonista da trenta ai quaranta anni.  Cameo di Richard Dreyfuss e di Gene Hackman.

 

Torna alla Homepage »