Antonio Capuano: la mia Piazza Garibaldi multietnica città del futuro

 

Estate ricca di impegni per il vulcanico regista di “Vito e gli altri”, Luna rossa” e “La guerra di Mario”. Reduce dall’ultimo Festival di Locarno a cui ha partecipato come componente della giuria, Antonio Capuano è alle prese con il montaggio di un documentario, commissionato dal Premio Napoli su Piazza Garibaldi che verrà proiettato il 16 settembre a Piazza Dante il giorno della premiazione dell’omonimo evento letterario. Schietto come al solito, esuberante e senza peli sulla lingua Capuano racconta come gli è stato commissionato questo interessante progetto.

 

 “E’ stato proprio Ermanno Rea a propormelo anche perché credo sia molto legato emotivamente a quella piazza. Ho accettato volentieri il suo invito anche perché mi interessava filmare questo laboratorio di antropologia, questo cuore della città, reso ancora più interessante in questi anni dagli innesti di persone che provengono dal Terzo e dal Quarto mondo.”

 

Il titolo del suo primo documentario è ancora top secret ma Capuano lascia trapelare qualche piccola indiscrezione.

 

“Il titolo definitivo è ancora in alto mare ma probabilmente si chiamerà “i nuovi napoletani” perché Piazza Garibaldi è un po’ come la città del futuro, multietnica, con indiani, asiatici, africani che gravitano su un corpo molto forte come Napoli, una città che sembra accettare e reggere questa nuova diversità e questa nuove culture.”

 

Ma chi si aspetta il solito documentario che narra le storie di chi viene da un altrove ancora sconosciuto e misterioso, le dure esperienze di chi lavora in condizioni spesso disumane, le amare confessioni di chi è dovuto fuggire dalla propria nazione per motivi di ordine politico, resterà sicuramente spiazzato.

 

“Non mi interessava raccontare le storie di queste persone e spero che venga fuori la realtà della piazza in sé come luogo di incontro dove le persone vivono insieme, parlano, si agitano, si scambiano emozioni. Non c’è nessun percorso precostituito, non ho fatto agli intervistati nessuna domanda ma mi sono limitato a filmare quello che osservavo. Ho girato trenta ore ma in questi giorni sono alle prese con un duro lavoro di limatura anche perché il documentario durerà quarantacinque minuti che diverrà un DVD che sarà allegato ad un volume di fotografie e di scritti di antropologia su Piazza Garibaldi, pubblicato dalla Fandango.

 

Corriere del Mezzogiorno - Redazione napoletana de Il Corriere della Sera - 17 agosto 2006

 

Torna alla Homepage »