La caduta della casa Usher (La chute de la maison Usher)

di Jean Epstein con Jean Debucourt, Marguerite Gance - Francia, USA -1928 -  Durata 63’

 

Roderick Usher (Jean Debucourt) è ossessionato dall’idea di dipingere il volto della moglie Madeleine (Marguerite Gance) e, come per incanto, più il ritratto prende forma più lei si ammala. Roderick invita al castello il suo amico Allan per un parere medico ma Allan non può che constatare le precarie condizioni di salute della donna che si spegne giorno dopo giorno, fino a morire. Divorato dalla follia, Roderick è convinto che la sua amata possa, da un momento all’altro, risvegliarsi, si oppone affinché la bara della moglie sia sigillata ed ordina che sia ricoperta con un velo, Durante una tempesta il vento scoperchia la bara, le candele si rovesciano e le fiamme avvolgono la casa. Ed allora Madeleine esce magicamente dalle fiamme ed il suo volto scompare, misteriosamente, dal ritratto.

Capolavoro assoluto del cinema muto dotato di una sorprendente modernità, tratto da Ligeia, Il ritratto ovale e dall’omonimo racconto di Edgar Allan Poe. In questa pellicola Epstein fa grande uso dei primi piani dei protagonisti e ci regala delle magnifiche sovraimpressioni, delle rapide dissolvenze e delle soluzioni visive, care all’espressionismo tedesco. Come ogni gotico che si rispetti il regista avvolge casa Usher in un’atmosfera spettrale, inquietante e sovrannaturale e, sin dalle prime battute, lascia intendere che qualcosa di misterioso sta per accadere. Epstein affida ad uno dei cartelli che compaiono nel film lo svelamento dell’enigma:“Il pennello di Roderick sembrava magico. Ad ogni colpo il dipinto guadagnava più vita  ma Madeleine diventava sempre più pallida.  Sembrava dare al dipinto la forza che lasciava il suo corpo.”  Il film è di una bellezza abbagliante ed al di là della straordinaria colonna sonora, restano per sempre impressi negli occhi dello spettatore lo sguardo languido e sempre più emaciato della protagonista e quello allucinato e con gli occhi sgranati di Roderick. Da segnalare che Epstein si avvalse come aiuto regista del ventottenne Luis Bunuel. Remake diretto da Roger Corman nel 1960 con il titolo I vivi e i morti.

 

 

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