The burning plain  I confini della solitudine (The burning palin)

di Guillermo Arriaga. con Charlize Theron, Kim Basinger, Jennifer Lawrence, , Joaquim de Almeida, Tessa Ia, J.D Pardo  – USA – 2008 – Durata 110’

 

Tessa Ia, Diego J. Torres, J.D. Pardo, Danny Pino, Brett Cullen, Gray Eubank, Toni Marie Lopez, Sean McGrath, Cesar Miramontes, Marty Papazian, TJ Plunkett, John Corbett

Gina (Kim Basinger) ha una tormentata relazione extraconiugale con Nick (Joaquim de Almeida). Sylvia (Charlize Theron) gestisce un ristorante di lusso a Portland ed, incapace di instaurare rapporti stabili e duraturi, si nutre di incolori e frustanti relazioni occasionali. Maria (Tessa Ia), una ragazzina di quattordici anni, dopo aver visto il padre precipitare al suolo mentre era in volo su un biplano, è in viaggio alla ricerca della madre. La giovane Mariana (Jennifer Lawrence) s’innamora di Santiago (J.D Pardo) e fugge con lui in Messico. Le quattro storie finiranno, inevitabilmente, per intrecciarsi e per esplodere nel vivido e pulsante finale.

Con questa fulminante opera prima Guillermo Arriaga, già sceneggiatore di 21 grammi, Le tre sepolture e di Babel non delude i suoi fan e, come il titolo originale suggerisce, impagina diverse storie (infuocate e brucianti), apparentemente scollegate tra loro che si ricongiungono magistralmente nel  convulso e commovente finale. In questa pellicola, tra le migliori della stagione, nulla è lasciato al caso ed il regista, con un’attenzione quasi maniacale ai risvolti psicologici dei protagonisti, mette al centro della narrazione il dramma, la solitudine e la disperazione di chi, divorato da rimorsi e sensi di colpa, prova a sentirsi ancora vivo ed a rimanere ancora disperatamente, a galla. Arriaga ambienta la vicenda tra i deserti assolati del Messico, gli sterminati campi di sorgo e la gelida Portland e si inscrive di diritto tra i registi che rendono grande il cinema. Charlize Theron e Kim Basinger, magnetiche e penetranti, si incollano sul viso uno sguardo ferito e sanguinante che doveva essere premiato con l’Oscar. 

 

 

Recensione pubblicata sulla Rivista Segno Cinema - N 159 - Settembre - Ottobre 2009

 

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