Bitch slap

 

Trixie (Julia Voth), regina dello streap-tease, Camero (Ameríca  Olivo), una sventola lesbica, sanguinaria ed esperta in arti marziali e la misteriosa Hel (Erin  Cummings), ex detenuta e “cervello” del trio, mostrando sprezzo del pericolo, dopo aver eliminato un paio di trafficanti senza scrupoli e qualche malavitoso, vanno alla ricerca di un mucchio di diamanti, seppelliti in mezzo al deserto. Riusciranno a trovare il luccicante tesoro ma le sorprese non finiranno qui.

Il regista fa centro proponendo una narrazione che procede in maniera lineare ma che, di tanto in tanto, come il gambero, va indietro, a ritroso nel tempo. Con astuzia, Jacobson strizza l’occhio a Russ Meyer ed a Quentin Tarantino (e non solo) e, pur mostrando tre agguerrite maggiorate, con curve da capogiro, in luogo delle scene erotiche, predilige un ritmo elettrico e sincopato, arricchito da scene (volutamente ironiche ed eccedenti) in salsa splatter. Ma, a ben vedere, il film (ambientato per la massima parte in un deserto assolato) si mantiene a galla perché riecheggia le nostalgiche, intramontabili ed irresistibili atmosfere western. Strizzando al botteghino, infatti, il regista, in luogo di infallibili pistoleri con tanto di sigaro, pistole e barba incolta, mette in scena tre guerriere maggiorate che, a dire vero, sono uno schianto. Da antologia i titoli di testa e di coda, sciapita ed incolore la colonna sonora.

 

Recensione pubblicata su Segno Cinema – N. 177 - 2012

 

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