Un bacio prima di morire (A kiss bifore dying)

di James Dearden con Matt Dillon, Sean Young, Max Von Sidow, Ben Browder, Martha Gehman- G.B – 1990 - Durata 88’

 

Sin da bambino Jonathan Corliss (Matt Dillon ha visto sfilare dalla finestra di casa i vagoni di proprietà di Thor Carlsson (Max Von Sidow) re del rame. Ossessionato dall’idea di voler condividere quel nome e quelle ricchezze inizia, in gran segreto, a fare la corte a Dorothy (Sean Young) la primogenita del ricco magnate. Dorothy rimane incinta e freme per sposarsi per mettere di fronte al fatto compiuto l’anziano genitore ma Jonathan è consapevole che se convola a nozze senza il consenso del vecchio Carlson, verrà diseredata Dorothy è una romantica sognatrice e Carlson, per accontentarla, finge di volerla sposare ma l’uccide, facendola precipitare dall’alto della terrazza del palazzo dell'ufficio matrimoni del comune di New York. Tutti pensano ad un suicidio e la pratica è archiviata. Non è di questo parere Ellen, la sorella gemella di Dorothy, impegnata attivamente a Philadelphia nel lavoro di volontariato che inizia a condurre da sola delle indagini. Ellen conosce Jonathan che si fa chiamare Jay Faraday e se ne innamora. Per evitare di essere smascherato Jonathan ammazza Tommy (Ben Browder) l’ex fidanzato di Dorothy e fa trovare alla polizia una sua confessione scritta al computer nel quale dichiara di essere stato l’autore dell’assassino di Dorothy ed elimina poi Patricia Farren (Martha Gehman) una vecchia amica di Dorothy. Sposa Ellen ed entra nelle grazie di Thor Carlsson e lavora al suo fianco. Ma il castello di menzogne inizia a crollare, Ellen lo smaschera e nel tentativo di ucciderla, Jonathan  finisce sotto un treno di proprietà dei Carlson.

Thriller di buona fattura che non trapassa la carne ma che si assapora tutto d’un fiato. Sin dalle prime battute si intuisce che il regista lambisce i territori del doppio (le due sorelle gemelle, la doppia identità di Jonathan) ma qualcosa non quadra in sede di sceneggiatura; non solo non sembra credibile l’omicidio ai danni della povera Dorothy ma appare ancora più inverosimile che Jonathan riesca ad espugnare così facilmente anche il cuore di Ellen. Jonathan veste i panni del cattivo ma il regista sembra mostrare un pizzico d’indulgenza nei suoi confronti ed avvolgendolo di una certa patina di eroica drammaticità. Da segnalare che l’infedele moglie di Carlsson si era suicidata molti anni prima e che il suo unico figlio maschio era morto in un incidente d'auto. Citazione (obbligata) a La donna che visse due volte. Remake di Giovani senza domani (1956) di Gerd Oswald  (1956). Dal romanzo omonimo di Ira Lewin.

 

 

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