di Richard Fleischer con
Richard Attenborough, John Hurt, Judy Geeson, Pat Heywood – G.B – 1970 – Durata
1944. John Reginald
Christie (Richard Attenborough) è
sposato con Ethel (Pat Heywood) ed ogni qual volta incrocia una giovane donna
sofferente ama spacciarsi per un ex studente di medicina e propinare dei magici
medicamenti. Dopo aver fatto inalare ad una donna un anestetico ed aver abusato
di lei, la strangola e la seppellisce in giardino. Dopo cinque anni vanno in
affitto nel suo misero appartamento londinese Timothy (John Hurt), sua moglie
Beryl Evans (Judy Geeson) e la piccola Geraldine.
Timothy è un
sempliciotto analfabeta, è sommerso dai debiti ed i litigi e le urla sono
all’ordine del giorno. Beryl è nuovamente incinta e prova ad ingerire dei
farmaci per eliminare il feto ma il suo tentativo va a vuoto e, disperata, si
confida con John che si offre di farla abortire ma poi, freddamente, l’uccide.
Dopo aver fatto credere a Timothy che Beryl era morta per una fatale disgrazia,
John gli lascia balenare l’ipotesi che qualcuno potrebbe accusarlo della morte
della moglie e gli suggerisce di tagliare
Film asciutto ed
essenziale che regala il cupo ritratto di un uomo incapace di tenere a bada i
propri istinti sadici e perversi. Fleischer gira quasi tutta la vicenda negli
interni cupi della piccola casa di John ed evita di regalare al protagonista il
ghigno satanico del serial killer, assetato di sangue. E forse l’aspetto più
inquietante di tutta la pellicola è quella di mostrare il classico inquilino
della porta accanto, dai modi distinti ed eleganti che, facendo leva sulla sua
grande forza di persuasione, attira nella propria trappola la futura vittima. Il
regista diserta le scene orrifiche, lambisce i territori del giallo e non regala
a John un pizzico d’umanità.
Da segnalare la
fugace apparizione di uno psichiatra che visita Timothy in preda ad un visibile
stato di confusione mentale. Straordinaria la prova attoriale di Richard
Attenborough, regista noto per aver diretto pellicole come
Gandhi,
Magic e
Chorus Line. Dal racconto
Ten Rellington Place di Ludovic
Kennedy, a sua volta ispirato ad una storia vera.
Stralcio da “Vero come una finzione” Springer Editore – 2010 di Matteo Balestrieri, Stefano Caracciolo, Riccardo Dalle Luche, Paolo Iazzetta, Ignazio Senatore