American beauty

di Sam Mendes con Kevin Spacey, Annette Bening, Thora Birch, Wes Bentley, Mena Suvari, Chris Cooper, Peter Gallagher - USA – 1999 – Durata 122’

 

Il quarantaduenne Lester Burnham (Kevin Spacey) vive con la moglie Carolyn (Annette Bening), ambiziosa e rampante agente del settore immobiliare e la figlia Jane (Thora Birch), un’adolescente “arrabbiata, insicura, confusa”. La loro villetta è perfetta, ordinata, tirata a lucido, il prato rasato e le rose rosse abbelliscono le siepi del loro giardino ma al di là delle apparenze formali sono emotivamente distanti mille miglia tra loro; Lester, stanco di un lavoro che non lo gratifica, è consapevole che la moglie e la figlia lo vedono come un colossale perdente; Carolyn, in crisi professionale, cerca di restare a galla, tenendo in piedi un’infuocata relazione con Buddy Kane (Peter Gallagher), un venditore di successo, e Jane lega con Ricky (Wes Bentley), un diciottenne sensibile e tormentato (con il pallino della videocamera) che spaccia droga ed è figlio di Frank (Chris Cooper) un neo-nazista, colonnello dei marines in pensione. Piuttosto che cadere in depressione o essere travolto dalla crisi della mezz'età Lester, rapito dalla bellezza di Angela (Mena Suvari) la seduttiva amichetta della figlia, rinasce; fa jogging, palestra, si allena con i pesi e diventa cliente fisso di Ricky che gli procura della marijuana. E proprio quando Lester, ritrova equilibrio e fiducia in se stesso ed assapora nuovamente il gusto della vita, il destino lo travolgerà.

Come nel famosissimo incipit de Il viale del tramonto, il regista apre il film con la voce fuori campo del protagonista che annuncia di essere già morto ed affida a Jane, in apertura, questo caustico e corrosivo commento: “Mi serve un padre che mi faccia da modello non un ragazzino arrapato che spruzza nelle mutande quando porto un’amica a casa dopo la scuola. Che schiappa! Qualcuno dovrebbe aiutarlo a smettere di soffrire”. Sin da queste sue scelte iniziali, s’intuisce che Mendes vuole narrarci, in maniera ironica e graffiante, l’altra faccia “dell’american dream” e mostrarci dei genitori frustrati e scoppiati, incapaci di fungere da punto di riferimento per i propri figli e degli adolescenti che hanno imparato ad affrontare da soli gli affanni e le insidie del mondo. Il regista caratterizza con dei piccoli tocchi gli adulti che s’agitano sullo schermo; Carolyn, algida, isterica ed ipercontrollata, vive nutrendosi solo della disperata ricerca del successo; il violento e disturbato Frank, tratta l figlio come fosse un soldato e, per metterlo in riga, gli ripete ossessivamente: “Ti occorre struttura, ti occorre disciplina”. L’unico ad uscire dal coro è il simpatico, irresistibile ed anticonformista Lester, un uomo che, dopo essersi licenziato, s’impiega in un fast food per avere “il minor carico di responsabilità possibile”, non si scompone quando scopre che la moglie lo tradisce e, come un ragazzino, s’invaghisce dell’irrequieta Angela. Dall’altra parte della barricata Jane e Richy, due adolescenti tormentati ed insoddisfatti che quando s’incontrano, si confidano, si confrontano e si sostengono a vicenda e la vaporosa e provocante Angela che, nel corso del film, in maniera disarmante dichiara: “Mi sono rotta delle persone che gettano le insicurezze su di me.” In questo dissacrante, frizzante ed a tratti divertente spaccato delle famiglie americane della middle class, il regista punta tutto sui dialoghi salaci e schioppettanti e, con intelligenza ed ironia, ci suggerisce di non fermarci mai di fronte alle apparenze.

Richy, bel tenebroso, ricoverato in passato in una clinica per disturbi mentali, dietro la scorza di duro, in realtà, nasconde un animo così sensibile che si commuove ogni qual volta si trova di fronte alla bellezza ed Angela, una ragazza che sembra una mangia uomini disinibita e spregiudicata, in realtà, è ancora vergine. Mendes non scivola mai nel pruriginoso e nel mostrarci il faccino acqua e sapone di Mena Suvari rende meno torbida la passione di Lester. Le pesudo-allucinazioni di Lester che immagina Angela che si fa il bagno, immersa in un letto di petali rossi di rose, è entrata a far parte della storia del cinema. Vincitore di cinque Oscar.

 

 

Torna alla Homepage »