All'improvviso uno sconosciuto (Lady beware)

di Karen Arthur con Diane Lane, Michael Woods, Cotter Smith, Trisha Simmons - USA - 1987 – Durata  108’ - V.M 14

 

La giovane ed intraprendente Katia Yarno (Diane Lane) la nuova vetrinista dei grandi magazzini Hornès di Pittsburgh impone ai manichini degli atteggiamenti e delle posture così spregiudicate e scandalose che richiamano, in poco tempo, la folla dei curiosi. Jack Price (Michael Woods) un giovane tecnico, sposato e padre di una bambina che lavora in uno studio radiologico di fronte ai grandi magazzini, si convince che quelle coreografie così ardite siano un chiaro messaggio erotico che Katia gli sta inviando. Sempre più eccitato da questa idea inizia a spiarla, a pedinarla, le sussurra al telefono delle frasi oscene ed in sua assenza s’introduce nella sua abitazione per annusare il suo odore ed i suoi profumi. Mac Odell (Cotter Smith) un giovane giornalista, compagno di Katia, prova, invano, a rassicurarla, ma Jack continua sempre con maggiore insistenza a perseguitarla. Dopo aver tentato, inutilmente, di arginare le sue malsane fantasie, Katia lo smaschera agli occhi della moglie Silvia (Trisha Simmons)  e lo affronta; dopo averlo bloccato nei grandi magazzini, prima di consegnarlo alla polizia, lo espone al pubblico come fosse un manichino della vetrina.

In questo thriller il pathos e la suspense sembrano ovattati e la vicenda  procede senza  grandi scosse e repentine accelerazioni. “Non ti basta più immaginare di farlo con me, adesso lo vuoi. Non pensare di potermi fermare perché io posso scopare la tua testa o il tuo corpo quando voglio. Sarò cattivo come ti lo sei con i manichini della tua vetrina. Urlerai di piacere.” sono questi  alcuni dei bollenti commenti erotici che Jack sussurra alla temeraria protagonista che, dapprima, non si scompone ma poi, avendo compreso che si  trova di fronte ad un maniaco sadico e perverso, senza tentennamenti, decide di farlo uscire allo scoperto. Il clima che aleggia nel film non è mai morboso e malsano e la regista evita di scivolare nel più bieco voyeurismo. Nonostante gli sforzi l’inquietudine di Katia sembra troppo filtrata, la vicenda non assume mai i contorni di una vera e propria ossessione paranoica e la cappa che grava sulla giovane protagonista non si sente, non ti sta addosso e non ti toglie il respiro.

 

 

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